La querela di Santangelo e Rocca a Salvo: rinviata a dopo elezioni
Mercoledì scorso è stato archiviata, dal giudice Caterina Brignone, tanto anche accogliendo l’istanza del Pubblico Ministero Andrea Tarondo, la querela presentata a mio carico dall’imprenditore Baldassare Adragna, titolare di una azienda che si occupa, anche, di rimozione veicoli con carro attrezzi.
Nella stessa giornata era in discussione l’opposizione alla motivata proposta di archiviazione del PM Rosaria Penna inerente altra querela presentata dal senatore Vincenzo Maurizio Santangelo del Movimento Cinque Stelle, leader dei grillini trapanesi, e dalla compagna di partito Sabrina Rocca.
Diversi mi hanno chiesto come è andato a finire quest’ultimo procedimento.
Ebbene il giudice Caterina Brignone, accogliendo istanza del difensore del senatore grillino, ha deciso di rinviare l’udienza e la decisione al prossimo 17 luglio ovvero a dopo la tornata elettorale – incluso eventuale ballottaggio – in cui lo stesso è impegnato a fianco dei propri candidati.
Per chi non ricorda invece di cosa sto parlando, rimando all’articolo dello scorso 30 ottobre 2016 che tratta del “cambio di casacca” della professoressa di filosofia Sabrina Rocca, dalla Sinistra ai Cinque Stelle, ed i cui contenuti sono contestati dal senatore Santangelo e dalla signora Rocca.
L’articolo, per il Pubblico Ministero Rosaria Penna, è chiaramente una metafora. Scrive infatti la dottoressa Penna nella propria proposta di archiviazione: «nella fattispecie concreta è palese come l’indagato abbia inteso esprimere attraverso una metafora – sebbene sicuramente forte e di cattivo gusto – una mera critica per quel che egli ha avvertito essere “un tradimento politico” da parte di Sabrina Rocca, individuata come leader della “sinistra trapanese”».
L’avvocato Giuseppe Maria Ingrassia, mio difensore di fiducia, in proposito riflette: «Come deve essere considerata l’ironia nell’attuale momento storico? Esistono Paesi, di certo, nella quale l’ironia, semplicemente non ha diritto di cittadinanza. Io, però, amo pensare di vivere in un Paese, l’Italia, dove l’ironia rientri, a pieno titolo, nell’ambito del lecito».
«L’opponente – aggiunge l’avvocato Ingrassia – ci fa notare che, in questo caso, si tratta di una ironia sessista. Dovrei quindi dedurne che non sia assolutamente lecito alcun riferimento alla sfera sessuale? Questi, però, ritengo siano i valori dell’Inghilterra vittoriana non certo i nostri di oggi».
«Dunque – conclude la riflessione in merito alla querela, l’avvocato Ingrassia – c’è qualcosa d’oscuro in questa vicenda. E questo momento di perplessità può essere superato tenendo ben presente l’ammonimento di Thomas Jefferson: “Quando i politici temono il giudizio dei cittadini c’è Libertà, quando avviene il contrario si va verso la Tirannide”».