La Riforma della Scuola? Ora nasce il Preside-Gabellotto.

Trapani, 24 marzo 2015 – Devo ringraziare l’amico Innocenzo Di Lorenzo. Condividendolo sul Social Facebook, mi ha permesso di conoscere un bell’articolo di Fiorella Falci pubblicato su “Gli Stati Generali” testata giornalistica online diretta da Jacopo Tondelli, già fondatore de Linkiesta.it.

L’articolo della Falci verte sulla “Buona Scuola”, il nuovo progetto di riforma della scuola ideato dal Governo Renzi e, per lui, dalla ministro Stefania Giannini.

E’, certamente, un articolo d’opinione; è, certamente, un articolo carico di satira; ma, a ben vedere, esasperando un po’ i termini, ben delinea talune delle negatività in cui rischia di cadere, con la nuova riforma, la Scuola.

Cosa scrive la Falci? La giornalista rileva come «il cardine della “Buona-Scuola” è il Preside onnipotente».

«Si delinea – quindi, per l’autrice della condivisa riflessione – il profilo di una scuola che neppure durante il fascismo aveva quest’asse autoritario e gerarchico».

I docenti italiani vengono, con la riforma Renzi-Giannini, «ridotti a scodinzolare davanti ai presidi per mendicare un’assunzione, di cui essere, naturalmente, grati per tutta la vita, riscattata con anni di sottomissione, di obbedienza cieca e adulatoria».

Fiorella Falci, per disegnare la nuova figura del Preside, giunge a scomodare i “Gabellotti”, antica figura sicula di «mediatori che affittavano i latifondi assicurando ai proprietari una rendita sicura in cambio di “pieni poteri” nella gestione dei rapporti di lavoro, dell’ordine pubblico nelle campagne e nei paesi. E lo facevano rispettare, spremendo a sangue i contadini e i braccianti e schiacciando la dignità con la prepotenza e l’intimidazione».

Il rischio, la certezza, nell’Italia in cui viviamo, è quella – per la Falci, ma anche per noi – che questo che ha il potere di dire, come il gabellotto,Tu sì, e tu no!”, e quindi, «per i rifiutati, stabilire la rovina e la miseria, per loro e le loro famiglie» possa indurre ad un sistema mafioso-politico-clientelare di sottomissione dei docenti.

Chi controlla i presidi, controlla i docenti, chi controlla i docenti controlla l’educazione, ed il Paese.

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