LA SAGA DEL DEPOSITO SAU
L'intera Città vuole mantenere il deposito SAU in piedi. Ovviamente ristrutturato ed adibito ad un uso sociale (che sia mercato rionale, sede di mostre o laboratori artistici, museo dei traspotri, centro sociale).
Il sindaco di Trapani, invece, ha tentato di andare per la sua solitaria strada, contro tutti (ass. ar'rais , ordine architetti, studenti del liceo artistico, l'intero consiglio comunale) e tutto. Demolizione immediata (il 15 settembre è stata predisposta pure la gara d'appalto). Ma ha dimenticato un fatale passaggio …
L'immobile aveva più di cinquat'anni e, per legge, non poteva essere abbattuto se non previo parere della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani.
Gli Uffici di Tale Ente hanno risposto picchè, anche loro – ma allora sono dei comunisti – alla richiesta del sindaco che ora dovrà tornare sui propri passi e pagari magare una penale a favore della ditta che si è aggiudicata l'appalto -.
Tutela Ope Legis il termine tecnico usato. Insomma non si può demolire. Non è Tutela diretta (ovvero bene indemolibile), ma poco ci manca.
Su «La Voce Indipendente» di ottobre in edicola da sabato, un interessante articolo dell'arch. Vito Maria Mancuso traccia una nuova ed interessante chiave di lettura dell'immobile. Non è l'importanza artistica-architettonica quella del bene, ma culturale, poichè ricorda la storia della città e dei suoi primi tram.