La stampa non informa, ma fa pubblicità occulta. L’Ordine indaga

Trapani, 10 marzo 2015Quante volte, anche dalle pagine di questo blog, abbiamo denunciato come la stampa locale spesso si trasforma, da organo indipendente d’informazione quale dovrebbe essere, in mero megafono dei potenti (il 4 gennaio scrivevamo, ad esempio: “Trapani, l’informazione copia ed incolla fa bene?”), politicamente ed economicamente parlando?

Quante volte abbiamo detto che rapporti di addetto stampa e di giornalista non possono trovare spazio nella stessa persona? Quante volte abbiamo scritto denunciato contratti economici, o addirittura pubblicitari, che legano Comuni, o singoli politici, al mondo dell’informazione e che tali incroci fanno temere nell’autocensura dei giornalisti locali? Quante volte abbiamo detto che fare informazione non è vendere un servizio al migliore offerente ma rendere un servizio all’utente finale del media e, in ultimo, alla democrazia?

Tante volte. E siamo stati, quasi sempre, tacciati di essere degli stalker da parte dei nostri “colleghi”.

Oggi giunge, al fine, una notizia che, in proposito ci da un po di sollievo: l’Ordine dei Giornalisti siciliano si sarebbe svegliato.

Ansa Montante«L’Ordine dei Giornalisti della Sicilia ha aperto un’indagine conoscitiva sui rapporti economici intercorsi tra alcuni cronisti e Antonello Montante, il presidente della Confindustria siciliana indagato per mafia dalle procure di Caltanissetta e Catania in seguito ad alcune denunce e dichiarazioni di pentiti». La notizia è stata riportata, lo scorso 27 febbraio, da “Ossigeno”, l’osservatorio sull’informazione, istituito congiuntamente dalla FNSI e dall’Ordine dei Giornalisti.

«L’indagine – prosegue il comunicato – deve accertare se l’imprenditore ha finanziato, e con quali modalità, iniziative editoriali e singoli giornalisti e, in particolare, se quattro giornalisti hanno violato i doveri deontologici».

In particolare, sarebbe emerso, secondo il quotidiano Repubblica, per come riportato da “Osservatorio”, l’Ordine  appurato «che la Camera di commercio di Caltanissetta, nel 2014, ha finanziato cronisti di importanti giornali e testate online siciliani “per la realizzazione di libri, prima ancora che questi venissero scritti o pubblicati”», dovrebbe indagare per verificare «se quattro cronisti hanno violato le norme deontologiche, avendo ricevuto finanziamenti da Montante e scrivendo poi su questioni a lui legate».

Il fatto Nisseno«Nelle delibere della Camera di commercio di Caltanissettariporta il 17 febbraio, Repubblica, oltre al sostegno per la realizzazione di libri, viene previsto l’acquisto di abbonamenti ad agenzie di stampa come l’Italpress (5.110 euro) e riviste quali “I quaderni de L’Ora” (6 mila euro). Finanziamenti concessi sotto la voce “azione di marketing territoriale” che ha ricompreso pure, nel 2014, contributi per l’acquisto di pubblicità su siti web di diverse province. Alcuni esempi: 5 mila euro alla società Mediatrade per il quotidiano online perlacittà.it e 8 mila euro, a Caltanissetta, per il mensile “Il Fatto nisseno”».

In particolare, l’editore di tale ultima testata, avrebbe ammesso «“pressioni devastanti” subite nella notte dal direttore Salvatore Mingoia» per cancellare dal sito – come è poi avvenuto – una notizia “scomoda” presumibilmente allo stesso Montante.

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