Le matrioske gettano ombre sul PAES
Trapani, 8 gennaio 2015 – Il Comune di Trapani predisporrà il PAES, il Piano d’Azione per la Energia Sostenibile. Ma l’obbiettivo che il Comune si è dato, rispetto alla riduzione dei consumi energetici e quindi di immissione nell’atmosfera di CO2 è al ribasso: solo il 13% rispetto ai consumi 2005, e non almeno il 20% per come prevedeva il «Patto dei Sindaci», in precedenza sottoscritto dal Comune.
Il 7 marzo 2013, il Consiglio comunale di Trapani aveva approvato la sottoscrizione del cosiddetto «Patto dei sindaci» finalizzato alla «adesione all’iniziativa della Commissione Europea per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica».
Dopo, però, non era seguito alcun atto concreto dell’Amministrazione comunale, tanto da farci temere che del PAES, il Piano d’Azione per la Energia Sostenibile, non si sarebbe fatto più nulla, anche a seguito dell’approssimarsi della scadenza di un apposito finanziamento regionale finalizzato all’assegnazione di un incarico tecnico per la redazione del documento [ne abbiamo parlato lo scorso 19 agosto 2014 in: «Patto del Sindaci: occasione persa?»].
A fine d’anno, tuttavia, l’Amministrazione Damiano si è «svegliata» ed ha accelerato sul PAES. Recentemente, la Giunta Municipale ha approvato la Delibera n. 144 dello scorso 22 dicembre.
«Per raggiungere gli obiettivi prefissati dal Patto», il Comune di Trapani ha deciso, però, di non muoversi autonomamente, ma di «avvalersi della struttura operativa posta in essere» da altri, ed, in particolare, utilizzare, quale «struttura di supporto» il Consorzio Pubblico «GAL Elimos» con sede a Calatafimi, al quale, fra gli altri, aderiscono Comuni quali Erice (capofila), Valderice e Paceco.
Una scelta che non condividiamo poiché generatore, a nostro parere, di alcun confronto politico colla cittadinanza nella redazione degli obiettivi del PAES, di scarsa trasparenza degli atti e tutto senza risparmio alcuno sui costi (dato che la redazione tecnica del PAES era già ampiamente finanziata dalla Regione per circa 67 mila euro).
Qui, poi, s’innesca una serie di «scatole cinesi», o di matrioske se si vuole, che rende ancor meno trasparente la catena di progettazione .
Il «GAL Elimos», quindi, decide di «avvalersi della collaborazione del CST Messenia», un altro Consorzio Pubblico di cui capofila è il Comune di Sant’Alessio Siculo (ME).
Il «CST Messenia», a sua volta, ha la sola finalità di «acquisizione di beni e servizi» e quindi, a seguito di apposito appalto, ha dato in «concessione» i servizi di consulenza, che ora saranno utilizzati per la stesura del PAES; al «Consorzio Nexus» di Avola (SR).
Il «Consorzio Nexus», a sua volta, potrà impegnare specifico personale assunto «a progetto».
A noi, tutto questo «puzza» di Struttura Burocratica mastodontica che avrà più il fine di «auto alimentarsi» economicamente – a spese di Comune, Regione e Comunità Europea – piuttosto che offrire, alla Comunità, quel miglioramento nella «qualità della vita» che, riducendo i consumi energetici e le emissioni di CO2, che si auspicava col PAES.