LE RUSPE NELL’EX DEPOSITO SAU

TRAPANI – In questi giorni sono iniziati i lavori per la “messa in sicurezza” dei magazzini storici dell’ex deposito SAU. In verità, secondo l’arch. Gianni Mauro, altro non è questa che la prima parte di quella che sarà una vera e propria demolizione. Questo stabilimento, lo ricordiamo, rappresenta un esempio unico di archeologia industriale per il quale l’associazione Ar’rais, della quale fanno parte architetti ed esperti, aveva, già nel 2006, lanciato l’allarme affinchè non venisse abbattuto ma messo in sicurezza e recuperato.

Fu infatti in quell’anno che il sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, con ordinanza sindacale n. 193/P.I. del 24.08.2006 aveva inteso affidare con trattativa privata i lavori per la demolizione dei capannoni industriali delle ex autorimesse S.A.U. di Via degli Stabilimenti già sede, ai primi del Novecento, dell’Anonima Società Tramway.

Tutto ciò nonostante lo stesso sindaco, a detta dell’associazione, avesse risposto ad una interrogazione di un consigliere comunale (la n. 141), affermando che nel progetto di rielaborazione del P.R.G., “l’immobile è stato individuato anzitutto come” manufatto di interesse storico architettonico”, con la destinazione, compresa l’area di pertinenza, di attrezzatura di interesse comune, inserita fra le attrezzature amministrative e di pubblici servizi (casa comunale, delegazione, uffici periferici dell’amministrazione).

Si era cercato di avviare un dialogo con l’amministrazione comunale affiché sul fabbricato catalogato quale «manufatto architettonico di interesse storico» nel Piano regolatore generale, fossero effettuati degli interventi volti a salvaguardarlo. Ma a quanto pare a poco è servito.

All’epoca, altresì, fu fatto presente all’associazione che le murature esterne non sarebbero state demolite; ma l’associazione controbatté a quella che doveva essere una rassicurazione, dicendo che “anche i bambini sanno che se ad una struttura si tolgono le coperture quello che ne consegue è un indebolimento strutturale delle murature (alte circa 6 metri) le quali senza protezione alcuna dopo le prime piogge accuserebbero una notevole accelerazione di degrado e questa volta sì con serio pericolo di crollo delle stesse sulle pubbliche vie”.

Ci dobbiamo aspettare sicuramente un’ordinanza n. 2 per la completa demolizione della fabbrica, sebbene, come segnalato dall’Arch. Cangemi (consulente nominato dal Sindaco) all’interno del P.R.G. il manufatto è ritenuto di valore storico.”

Mai previsione fu più azzeccata. Infatti, seppur con 5 anni di ritardo è arrivata l’altra ordinanza che ne ordina l’abbattimento.

Vogliamo sottolineare, a chi non lo sapesse, che il Codice dei Beni culturali prevede che per i beni immobili di proprietà degli enti locali che siano di autore non più vivente e la cui esecuzione risale a più di 50 anni sono sottoposte alle disposizioni dello stesso Codice fino a quando non sia stata effettuata la sussistenza o meno dell’interesse storico e solo qualora non ne sia stato riscontrato l’interesse può essere esclusa dall’applicazione delle disposizioni del Codice (ed in questo caso, abbattuto).

Tra le altre cose nel piano triennale (2011/2013) delle opere pubbliche che la Giunta Municipale di Trapani ha adottato, risulta: Ristrutturazione ex capannoni Sau da destinare a parcheggio € 650.000,00. Opera finanziata dalla Regione.

Secondo l’architetto Gianni Mauro c’è stata una velocità estrema tra l’ordinanza sindacale (ad oggi non ancora pubblicata sul sito del comune di Trapani – N.d.R.) e l’inizio dei lavori che difficilmente si verifica quando c’è di mezzo la pubblica amministrazione. Ma tant’è ed adesso l’associazione, che ha scritto oltre che al Comune anche alla Sovrintendenza ai Beni culturali, chiede di dichiarare, ancora una volta, «il bene industriale tra le  testimonianze avente valore di civiltà».

Altratrapani aveva già trattato questi argomenti all’epoca dei fatti:

NESSUNO TOCCHI IL CAPANNONE

EX DEPOSITO PARTE SECONDA

Potrebbero interessarti anche...

3 risposte

  1. Natale Salvo ha detto:

    Personalmente penso che le demolizioni di beni storici, specie se poi sono sostituite da asfalto e cemento, non giovino alla Città. Alla Sua Cultura. Alla sua vibrazione sociale. Comprendo l’esigenza di parcheggi vicino alla Pza Martiri d’Ungheria dopo il restyling della piazza, ma si poteva provvedere altrimenti. Purtroppo i cittadini restano in silenzio davanti a questo ennesimo scempio.

  2. Vito Fiorino ha detto:

    Qualche tempo fa si parlava di parcheggi sotterranei in zona porto. Nonostante le difficoltà per la vicinanza con l’acqua si diceva che erano fattibili. Ora mi chiedo… ma prevedere nel progetto della rotonda anche un parcheggio sotterraneo? Piazza Vittorio a Torino, ne è provvisto. Una città non diventa grande, a mio parere, se i suoi amministratori non pensano in grande.

  3. arrais industriale ha detto:

    Hanno tolto tutte le capriate…. Penso che ormai il processo sia irreversibile…….. La cosa piu’ disarmante e che in questa città’ i nostri rappresentanti politici non esistono….. Un silenzio assordante e’calato…..