L’ING. ALESTRA ED I RAPPORTI PERICOLOSI

Salvatore AlestraPACECO (TRAPANI) – Come si possa essere “estraneo ed ostile alla mafia” – come dichiara alla stampa – e, contemporaneamente, lavorare per una persona arrestata e condannata per favoreggiamento alla latitanza di mafiosi, l’ing. Salvatore Alestra – amministratore dell’ATO Rifiuti di Trapani – lo dovrebbe spiegare ai cittadini.

A volte, a leggere, ad informarsi, ci si fa del male. Vedi ad esempio il numero di febbraio del mensile “S”. Leggo l’articolo di Riccardo Lo Verso titolato “Grand Hotel Cosa Nostra” e che si riferisce alla recente operazione giudiziaria “Panoramic” che ha comportato il sequestro di tutta una serie di beni di un tal Michele Mazzara di Paceco – asserito prestanome del latitante mafioso Matteo Messina Denaro – e del suo presunto subprestanome Francesco Nicosia. Ma la storia che ci fa male è solo “collaterale” a questa.

Riporta il giornalista, riferendosi all’attività degli inquirenti, “per il momento si limitano a sottolineare l’esistenza di inquietanti agganci del Mazzara, direttamente o per il tramite dell’ingegnere Salvatore Alestra con il mondo della politica trapanese”. “Parlano – prosegue l’articolo – di strategie concordate per la competizione elettorale nel comune di Paceco …”.

Mensile S, Grand Hotel Cosa NostraL’articolo spiega – per evitare dubbi ed equivoci – come “Mazzara viene considerato una delle menti economiche del clan mafioso trapanese”.

Ora, fa specie leggere – sempre nell’articolo – la dichiarazione dell’ing. Salvatore Alestra, amministratore delegato di una Azienda a totale partecipazione pubblica, ovvero dell’ATO TP1 “Terra dei Fenici”. Alestra – riporta il giornalista di “S” – “si dice amareggiato di quanto è accaduto. Conosco Mazzara da un decennio. Faccio l’ingegnere ed è venuto da me per due progetti. Altri due li ho fatti per conto della ditta di Nicosia. I nostri rapporti erano cordiali, non lo nascondo, ma ho fatto solo il mio mestiere. Non abbiamo interessi economici in comune. Credo che si sia fatta confusione sul mio conto. Sono da sempre estraneo ed ostile alla mafia”.

Un decennio di cordialità e servizi professionali, quelli dell’ing. Salvatore Alestra … a favore di un soggetto, Michele Mazzara, che, come ricorda il mensile, nel 1997, “è stato arrestato per favoreggiamento”, in quanto, in particolare, “si era occupato della latitanza dello stesso Virga e di Messina Denaro al quale aveva trovato covi sicuri (ville e capannoni) a Dattilo, una frazione di Paceco, dove nascondersi ed organizzare summit di mafia” e che “rinviato a giudizio, assieme alla moglie Giuseppa Barone, ha patteggiato una condanna a un anno e due mesi”.

Non sappiamo se l’ing. Salvatore Alestra conoscesse i “precedenti” penali del signor Michele Mazzara suo cliente. Ma poco importa. Gravissimo, ci appare, che abbia lavorato scientemente per un “favoreggiatore” di Virga e Messina Denaro. Ma non meno grave, ci appare, il fatto che non sapesse per “chi” lavorasse, specie per il compito pubblico di elevata responsabilità che è – oggi – chiamato a svolgere, l’amministrazione dell’ATO Rifiuti. Onestamente, quindi, e al di là dello svolgimento o meno, da parte dell’ing. Alestra, di attività di rilevanza penale, riteniamo che sarebbe il caso che si dimettesse o fosse sollevato dall’Assemblea dei sindaci, dall’incarico pubblico. Non ci sta bene che Alestra, con questi “precedenti”, rappresenti – nell’ATO – i nostri interessi. Non ci rassicura.

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