LOMBARDO NOMINA ALLA BORSELLINO? E’ POLEMICA!
PALERMO – La possibile nomina, da parte del presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, di Lucia Borsellino, la figlia del magistrato ucciso dalla mafia,
a dirigente dell’apparato burocratico regionale, sta scatenando un putiferio di polemiche. Decine e decine, su LiveSicilia, i commenti all’articolo che riportava la notizia, ma anche ai successivi che tentavano di stigmatizzare i primi commenti negativi. Si va dalle accuse di «sono tutti uguali», a quelle «è una nomina strumentale», per giungere, fra le letture favorevoli «ma è brava», o sino a «attacchi disgustosi».
Un’annuncio che apriva il dibattito sul web. 47 i commenti all’articolo intitolato con un eloquente «Fumata nera sui dirigenti. Ecco la rosa dei papabili». Il commento piu’ pesante, prettamente anonimo, sosteneva: «Non riesco a capire come una Laureata in Farmacia possa occupare la poltrona di Dirigente all’assessorato alla Sanità – perchè non lavora dalla Zia? Amo Paolo Borsellino, rispetto il suo nome e il suo sacrificio, non bastano ringraziamenti per quello che è successo però, ciò non obbliga noi cittadini ad accettare, quando vi è un nome pesante, questa mercanzia di potere e poltrone!». La stessa persona aggiunge: «una farmacista io la vedrei bene dietro un bancone non certo dietro una scrivania!». Un’altro utente, sempre esprimendo un parere negativo sull’operazione sostiene: «Lucia Borsellino = probabilmente una brava dottoressa come migliaia in Sicilia che viene utilizzata come specchietto per le allodole di una giunta guidata da un indagato per concorso esterno in associazione mafiosa».
UN POSTO DI LAVORO DA METTERE A CONCORSO. Alle polemiche risponde la sera stessa Roberto Restivo in una «replica ufficiale» di Live Sicilia, con un’articolo intitolato «L’errore di chiamarsi Lucia Borsellino». Per il giornalista: «Lucia Borsellino – a detta di tutti, proprio tutti – è una perla della compagine regionale. Merita posto e riconoscimenti per quello che è. E il primo che scriverà qui che è stata “avvantaggiata” dalla strage di via D’Amelio, sarà considerato un cialtrone mediatico». Al breve articolo di Restivo seguono ulteriori 32 commenti.Uno su tutti ci sembra propositivo: «mettere la posizione di dirigente generale a concorso madiante avviso pubblico, risponderanno in mille, forse anche da altre regioni, forse meno bravi, forse più bravi. Si faccia una selezione seria,sulla base delle esperienze, degli studi, delle capacità, delle lingue parlate, di quiz di intelligenza dinamica; così eviteremo le acclamazioni mediatiche, la strumentalizzazione dei cognomi, scopriremo nuovi talenti, applicheremo le regole della democrazia! Questa disputa sui cognomi è vergognosa. Se nominata solo per il cognome, senza alcuna comparazione selettiva con altri candidati, dovrebbe risultare offensiva per la dottoressa Borsellino, la quale, proprio per risultare degna del cognome che porta, dovrebbe dire a tutti :”Grazie, ma con il mio cognome, non ci fate il brodo”».
LA NOMINA DI UN INDAGATO PER MAFIA. Non contento delle repliche, nelle polemiche interviene direttamente il fratello di Lucia e figlio del giudice morto, Manfredi Borsellino, l’indomani, 11 dicembre. «Sì, forse avete ragione, mia sorella dopo tutto gode di un magro ma sufficente assegno vitalizio per sfamare le sue due figlie, chi glielo fa fare di trascorrere anche 10 ore in ufficio, di credere che questa società, e dico società, di “merda”, può cambiare, deve cambiare anche grazie al suo piccolo contributo», dichiara Manfredi. Dichiarazioni che scatenano, ad oggi, 88 commenti. Anche qui ne riportiamo solo uno, ma che, secondo noi, da il senso dell’inquietudine fra i lettori. «Se, e dico se, fra 4 mesi la posizione del presidente Lombardo dovesse cambiare da quella di indagato a quella di imputato in concorso esterno in associazione mafiosa, che idea si farebbe di una nomina a sua sorella fatta da chi sarebbe costretto a difendersi da accuse così gravi? Tutto ciò a prescindere, naturalmente, dai meriti che sua sorella ha e che non sono in discussione».
FONTE: LIVESICILIA
– articolo Miriam LI PERI,
– articolo Roberto PUGLISI,
– articolo Manfredi BORSELLINO.