Luigi Di Maio (M5S) a Trapani, fra referendum e prossime elezioni
Cine Don Bosco, convention 5 Stelle Trapani
La sala dei cine Don Bosco, i Salesiani insomma, è stracolma. Tutte le 240 poltrone sono piene. Attorno una corona di almeno altre 80 persone in piedi. Per motivi di sicurezza non viene fatta entrare più gente. Un’altra quarantina di persone restano fuori dal locale ma seguono sbirciando dalle porte aperte sulla via Marino Torre. Le forze dell’ordine fanno discreta vigilanza bloccando il tratto stradale.
Una serie di spot propagandistici si susseguono sullo schermo del Cine Don Bosco.
Luigi Di Maio si presenta con circa 45 minuti di ritardo. Dietro a lui 2-3 uomini della sua scorta, che chiaramente ha, checchè ne dica la propaganda. Sono “camuffati” da “volontari”, casacca arancione addosso ma non sono evidentemente dei trapanesi.
Poco prima sono salite sul palco l’architetto Maurizio Santangelo che fa gli onori di casa e il geometra – è lui che sottolinea il titolo di studio nel proprio discorso – Giancarlo Cancellieri, il deputato regionale dei cinque stelle candidato in pectore alla presidenza della Regione Siciliana per le elezioni del prossimo ottobre.
Dopo le prime battute, considerato l’ampio tempo concesso all’oratore nisseno e i temi da lui trattati è palese che il dibattito referendario è solo una scusa. La serata di Trapani serve per lanciare la campagna elettorale 2017 a Cancellieri, ma anche per le prossime amministrative di Trapani ed Erice per le quali ancora il partito di Grillo ancora non ha scoperto, però, le proprie carte.
Santangelo denuncia un presidente Mattarella smemorato.
Santangelo, il senatore trapanese, apre la serata leggendo il discorso che pronunciò in Parlamento, nel 2005, l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un discorso che bocciava la riforma della Costituzione Italiana voluta da Silvio Berlusconi e a cui, ampiamente, s’ispira quella del suo “delfino” Matteo Renzi. Il presidente, oggi, sembra aver dimenticato le proprie parole datate sedici anni fa. Maurizio Santangelo bene fa a ricordarle.
Le parole di Sergio Mattarella ricordano come tra il 1946 ed il 1947, è stata scritta la vigente Costituzione. «In quell’epoca c’erano forti contrasti … eppure hanno hanno insieme, maggioranza ed opposizione, la Costituzione. … quando quest’Aula si occupava della Costituzione al banco del Governo sedeva la Commissione dei 75, composta da maggioranza ed opposizione, il Governo di allora, il Governo De Gasperi, non sedeva ai banchi del Governo, questo per segnare la distinzione che c’è fra le due dimensioni quella del confronto maggioranza e opposizione e quella che riguarda le regole della Costituzione» [Qui il Video integrale dell’intervento di Sergio Mattarella].
Santangelo, in definitiva, sottolinea come l’attuale Governo Renzi abbia diviso, sulla Costituzione, il Paese, proprio quando la Costituzione dovrebbe solo unire un Paese. Un ottimo intervento, quello del senatore trapanese. Semplice ma significativo.
Il Movimento 5 Stelle sta coi Padroni
Vengono, poi, significativamente, chiamati sul palco due imprenditori locali per parlare delle problematiche locali.
L’uno è Giuseppe Vultaggio, titolare di un agriturismo, di cui il giornale online “SocialTP” ricorda come «Nel 2007 si candidò a sindaco di Trapani con la Democrazia Cristiana [eleggendo un consigliere comunale Nino Bianco, ieri presente ai Salesiasi, che si distinse per l’appoggio all’allora sindaco Girolamo Fazio, NdR]. Qualche tempo dopo il suo nome finì tra le indiscrezioni per un rimpasto di giunta alla Provincia regionale di Trapani presieduta dal senatore Antonio D’Alì».
L’altro era Gaspare Panfalone, operatore marittimo, e noto esponente del Rotary Club di Trapani [qui elenco Soci] – assieme ad altri noti personaggi quali Antonio D’Alì, Livio Marrocco, Antonella Pollina, Gino Bosco, Giacomo D’Alì, ecc … Panfalone, poco prima dell’arrivo di Di Maio, però, si è allontanato per motivi imprecisati e non è più ritornato in sala.
La “vicinanza” agli imprenditori locali non veniva equilibrata con quella di lavoratori locali, come quelli dei call center chiusi da tempo, o quella dei distributori di volantini pubblicitari pagati 1,50 euro l’ora, o ancora quella delle commesse dei negozi sottopagate quando non in “nero”, o come quella dei lavoratori dei Cantieri Navali chiusi, o quella delle Aziende delocalizzate come l’ex Midial, o quella dei camerieri o dei pulizieri pagati coi “voucher” da 10 euro lordi …
Uno squilibrio significativo: il 5 Stelle sta coi Padroni. Peccato che in molti non lo capiscano. Non capiscano certi “segnali”.
Luigi Di Maio: Il Referendum non è priorità famiglie italiane
Luigi Di Maio, quando è il suo turno, non è smagliante come altre volte; forse è un pò stanco.
«Questa riforma non affronta alcun problema reale del Paese». Sulla riforma costituzionale Di Maio s’è scagliato contro l’immunità parlamentare, contro i “cambi di casacca” dei parlamentari, contro il terzo partito del Parlamento, il “Gruppo Misto” il gruppo dei “parcheggiati” o contro i Partiti che non c’erano nella scheda elettorale del 2013 e che ora sorreggono il Governo nazionale. Di Maio, infine, ha contestato il “nuovo” Senato composto da consiglieri regionali eletti fra loro.
Il suo discorso ha solo un passaggio che ho condiviso: quello sulla riduzione delle retribuzioni e dei rimborsi spese ai parlamentari. Qua Di Maio dice una sacrosanta verità: «i “costi della politica” si potevano tagliare riducendo gli stipendi dei parlamentari non con una riforma che fa risparmiare solo 50 milioni di euro ma costa 300 milioni per l’organizzazione del referendum».
Un passaggio che è condiviso da Rifondazione Comunista come è scritto sul sito web del partito di Paolo Ferrero («ridurre i costi potrebbe rendere all’istituzione parlamentare quella credibilità che ora manca», scrive Ferrero sul sito web del Partito).
Meno brillante quando si avventura su altri temi. Umiliante per me quando viene applaudito con ampio impeto dove accenna al tema dell’immigrazione. I trapanesi mostrano, qui, il loro lato peggiore: il razzismo e l’ignoranza.
Per il resto Luigi Di Maio si tiene sul generico. S’è parlato di politica nazionale (i dati della disoccupazione falsati dai “voucher”, il cambio del solo nome di Equitalia, …) e delle prossime elezioni politiche dove il Movimento 5 Stelle punta chiaramente alla vittoria. Per fare cosa non è chiaro.
Nessun riferimento all’uscita dell’Euro, prima sbandierata dai 5 Stelle, alle azioni militari italiane di Lettonia, Siria e Libia, alla riduzione della spesa militare, all’acquisto degli F-35, alla legge Fornero sulle pensioni, alla riduzione dell’orario di lavoro oggi anacronistico, …. ecc
La trasmissione integrale dell’Assemblea dei Cinque Stelle è visionabile qui.