Marascia: Libertà ed Eguaglianza, princìpi oggi mortificati
Trapani, 8 febbraio 2015 – «La “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” fa dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo Statuto» – spiega l’avv. Giuseppe Marascia, membro emerito del think tank “A Misura d’Uomo” – nella sua lunga relazione durante i lavori della Conferenza-dibattito “Da Trapani per i Diritti”, svoltasi ieri presso la Biblioteca Fardelliana davanti a 50-60 trapanesi ancora affezionati al “tema”.
Ma, ha spiegato ancora Marascia, «la Dichiarazione è il frutto di una elaborazione umana centenaria, che parte dai principi classico-europei affermati nel “Bill of Right” (1689), nella “Dichiarazione d’Indipendenza statunitense (4 luglio 1776), ma soprattutto nella “Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino” stesa nel 1789 durante la Rivoluzione Francese».
«Il preambolo afferma – ha proseguito il relatore nel proprio intervento riferendosi alla “Dichiarazione Universale” del 1948 oggetto della Conferenza – la necessità di individuare i diritti umani per contrastare gli “atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità” con chiaro riferimento a quanto successo nella seconda guerra mondiale (campi di sterminio, ecc). Il rispetto di tali diritti, nel preambolo, è considerato come l’unica via per un futuro di pace e libertà».
L’analisi dell’avv. Giuseppe Marascia, però, non si è fermata ad una mera “lezioncina”, ma ha prospettato una sorta di “truffa” perpetrata dai Padri Fondatori americani, e comunque, dai successivi propugnatori dei Valori di “Libertà ed Eguaglianza”.
Per Marascia è possibile, infatti, che «la preoccupazione maggiore dei 5 (Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, NdR) e del gruppo che rappresentavano era di liberare le ricchezze e le posizioni egemoniche raggiunte nella politica e nell’economia da quella condizione di precarietà determinata dalla loro sottomissione al potere assoluto del sovrano».
Insomma, per il relatore, «bisognava convincere la plebaglia ignorante» di abbattere le monarchie assolutistiche e sostituirle con la democrazia, un sistema, tramite la corruzione e la propaganda, maggiormente controllabile dall’elite economica.
«E qui sono stati utili i principi di eguaglianza e di libertà», conclude l’avv. Giuseppe Marascia.
Una lettura “sconvolgente” la sua, certamente, e probabilmente non lontana dalla verità.
Una lettura che trova conferma dall’ammettere, che, in tutti questi secoli trascorsi dalla “Dichiarazione d’Indipendenza americana” (dal 1776, quindi), la nuova regola non «ha reso i rapporti umani più giusti e gli uomini più felici», perché «libertà ed eguaglianza sono rimaste che mere affermazioni di principio mortificate nella esistenza reale».
Ma, per questo, non sono principi – quelli in sostanza dell’amore verso il prossimo – per i quali non valga la pena di spendere la propria vita come ha già fatto e «già raccontato qualcun altro e nessun gli ha creduto», ha chiuso Peppe Marascia la sua relazione.