Mascherine : Il sindaco fa un passo indietro, ma insufficiente

« Obiettivamente nella villa all’area aperta e distanti è giusto poter togliere la mascherina ». Questo è un commento riservato dei Vertici dell’Amministrazione comunale di Trapani a seguito delle nostre rimostranze avverso i contenuti – da noi ritenuti vessatoridell’ordinanza n. 67 emessa dal sindaco di Trapani.

Contenuti che ci hanno indotto ad organizzare una manifestazione di protesta pacifica e civile per domenica mattina 31 maggio, con inizio alle ore 10:00 davanti la Villa Pepoli, a Trapani.

L’ordinanza, speciosamente denominata, entrovirgolette, “Trapani Riparte”, infatti, nell’ambito delle misure di contenimento del coronavirus Covid-19, vietava l’accesso ai Giardini comunali, la Villa Pepoli e la Villa Margherita, a coloro che non INDOSSASERO LA MASCHERINA.

Per inciso, gli altri due piccoli spazi verdi cittadini, i giardini siti in viale Marche e viale Umbria, sono chiusi da anni nonostante le promesse (vuote !) dell’attuale amministrazione del cambia-niente.

Un dettaglio, poi, che gli ultimi pochi casi di positività al coronavirus risalgono, a Trapani, ai primi del mese di aprile.

Oggi la notizia : il sindaco ha meglio valutato i suoi passi, ricalcando le sue stesse orme, seppur parzialmente.

Giovedì sera 28 maggio ha emesso la nuova ordinanza, la n. 75 dove rinnega se stesso ed ammette che « all’interno della Villa, la mascherina può essere rimossa ».

Naturalmente, ovviamente, meglio di niente, il sindaco però né ha inventato una nuova : ci si potrà togliere la mascherina, e poter quindi respirare liberamente dell’aria fresca a condizione del « distanziamento fisico di due metri da persone di altri gruppi ».

  • se indosso la mascherina che protegge il mio interlocutore devo stare ad un metro;
  • se non porto la mascherina devo stare a due metri.

Non si comprende, ancora, perché :Non è per tutti, però, comprendere il sindaco quando indica gli « altri gruppi ».
Intende gruppi assembrati ?
Chissà !

Per dare un contributo alla vostra riflessione, riporto il passo inerente il tema tratto dall’articolo 1, comma 1, lettera b), del DPCM 26 aprile 2020. Insomma, dall’atto emesso dal premier Conte « l’accesso al pubblico ai parchi, alle ville ed ai giardini pubblici è condizionato al rigoroso rispetto del divieto di assembramento […] nonché della DISTANZA INTERPERSONALE DI ALMENO UN METRO ».

Non è previsto, insomma, né l’obbligo di indossare la mascherina, né di stare a DUE metri ciascuno dall’altro.

Il Presidente del Consiglio ha stabilito la misura di UN METRO, pertanto i due metri non possono che essere il famoso LASCIA O RADDOPPIA.

Il premier Conte, all’articolo 3, comma 2, si è limitato a precisare « L’obbligo di usare protezioni delle vie respiratorie […] in tutte le occasioni in cui NON SIA POSSIBILE garantire continuativamente il mantenimento della DISTANZA DI SICUREZZA ».

Non è il caso dei Giardini Pubblici di Trapani, poiché, a tal fine, sulla base di complessi modelli matematici, il sindaco ha previsto ACCESSI limitati (50 persone alla Villa Pepoli) e la vigilanza da parte di n. DUE vigilanti.

Appare a tutti evidente che :

  • Il Presidente del Consiglio è una Autorità SOVRAORDINATA ad un sindaco, benché questi fosse anche un sindaco-sceriffo;
  • Un SUBORDINATO non può dare un Ordine contrastante al SOVRAORDINATO;
  • Il decreto del premier Conte NON OBBLIGA – e né suggerisce – la necessità di tenere la mascherina;
  • Il decreto del premier Conte OBBLIGA ad una distanza interpersonale di solo UN METRO.

La concessione del sindaco di Trapani, avvenuta con la nuova ordinanza n. 75, in definitiva, continua a STROPICCIARE il decreto del SUO SUPERIORE.

Giova aggiungere, per completezza, che l’Ordinanza del Presidente della Regione Siciliana n. 21 del 17 maggio, in tema di mascherine, all’articolo 23, precisa : « Il dispositivo protettivo deve, comunque, essere sempre nella disponibilità del cittadino nella eventualità in cui ne sia necessario l’utilizzo ».

In sostanza : tutti dobbiamo avere SEMPRE una mascherina in tasca, al fine di usarla quando necessaria. Quando ? Nei casi di assembramento o di mancato rispetto distanza di sicurezza di un metro, evidentemente, dato che per il resto la ordinanza del presidente Musumeci richiama quella del premier Conte.

Insomma, la pretesa del sindaco NON TROVA CORRISPONDENZA neanche nell’ordinanza del Presidente della regione Siciliana, un altro suo SUPERIORE.

A quanto pare, però, tutti a Trapani, partiti politici inclusi, subiscono in silenzio ogni vessazione. PERCHÉ ?
PAURA O SCELTA DEL QUIETO VIVERE.

Noi no.

Noi continuiamo a chiedere il RISPETTO DELLA LEGGE, null’altro. Non vogliamo FAVORI, ma pretendiamo la LEGALITA’.

Il sindaco, poi, nella sua ordinanza n. 75 continua ad insistere sulla questione del forte vento. Questione anch’essa inventata di sana pianta (brevettata ?), rispetto al decreto di Giuseppe Conte e all’Ordinanza di Nello Musumeci.

Non voglio entrare ancora qua nel dibattito scientifico, tra virgolette, della questione. Ricordo solo un detto latino : “Ubi maior minor cessat”. Per chi non ha studi adeguati a comprendere il latino, traduco: « in presenza di quel che possiede più valore e importanza, quel che ne tiene meno perde la propria rilevanza ».

Per dirla terra terra : il sindaco non può fare quel che gli passa per la testa, ma deve adeguarsi agli ordini superiori.
Qualcuno glielo dica, per favore.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *