MILLOCCA: SI AL TEST ANTIDROGA, MA SERVE PURE UN CODICE ETICO

Giovanna Millocca

Giovanna Millocca

ERICE (TRAPANI) – Si arrichisce di un nuovo capitolo la vicenda della proposta-provocazione di Francesco Borghi in merito all’effettuazione di un test anti-droga da parte di sindaco, assessori e consiglieri comunali ericini. Dopo le espressioni di apprezzamento e disponibilità da parte dei consiglieri Brucato, Tosto e Ciaravino e dell’assessore Nino Marino viene diffuso oggi un comunicato da parte del presidente del consiglio Giovanna Millocca (UDC).

L’avvocato Millocca, nella propria nota, prima «manifesta la piena adesione alla iniziativa lanciata dal cittadino Borghi», aggiungendo anche che tale iniziativa «certamente meriterebbe di essere assunta anche da altre realtà locali e non solamente ericine». Poi, però, cede sia a contro-proposte, in parte, anch’esse provocatorie e comunque di un respiro, in linea teorica condivisibile, piu’ ampio e che meriterebbero un adeguato dibattito.

Da «chi da tempo è impegnato ad occuparsi della politica locale, ovvero attende di poter farne parte con tutti gli onori e responsabilità che ne derivano, come il caso del cittadino contribuente ericino Borghi» replica infatti la presidente del Consiglio di Erice, ci sia attende che «si faccia preventivamente carico di rendere pubblicamente noto l’esito dei detti test in modo tale che i cittadini siano a conoscenza del suo stato psicofisico prima di pensare di votarlo».

C’è necessità, aggiunge Giovanna Millocca, «recuperare valori etici di onestà materiale ed intellettuale e di dignità e rispetto delle pubbliche funzioni esercitate». Valori che «non possono passare esclusivamente dal superamento di un test antidroga» ma devono trovare riscontro «anche nella vita privata con una condotta consona al ruolo che riveste».

E’ giunto, pertanto, il momento, secondo l’esponente neodemocristiano, di «prevedere e consolidare un meccanismo di rigorosa selezione del personale politico».

Giovanna Millocca, sembra chiedere un dibattito che istituisca un codice «etico» che preveda delle limitazioni all’accesso della carriera politica:
un codice che, magari, da un lato preveda la «pulizia» della fedina penale, dall’altra una condotta di vita castigata (niente «corna» al partner per intenderci), per giungere persino al rispetto integrale anche delle norme amministrative (nessuna multa per divieto di sosta o evasione del pagamento di un tributo). Noi aggiungeremmo, allora, l’incompatibilità con particolari «conflitti di interesse»: quindi niente soci della massoneria o dell’opus dei nelle liste, come neanche editori, costruttori edili o tecnici che possono firmare progetti, e così via.

Se il fine del comunicato dell’avvocato Millocca era di aprire questo dibattito, apprezziamo il suo contributo e speriamo che i segretari provinciali dei Partiti, primo di tutti quello del Partito cui la Millocca aderisce, l’UDC, mettano sul tavole le proposte di questo codice «etico».

Temiamo, tuttavia, che questo ampio dibattito finirà per oscurare quello sull’istituzione, su base volontaria, del test-antidroga per sindaco, assessori e consiglieri. E del "test" non se ne farà piu’ nulla.

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