Mozione di sfiducia: le bici elettriche acquistate abbandonate nei magazzini!
I cittadini attenti agli accadimenti ericini, tanto a quelli che si perdono nelle nebbie della Vetta quanto a quelli che si svolgono nei quartieri pedemontani, ricordano la vicenda della cosiddetta “pista ciclabile”. Come non ricordare il “sensitivo” annuncio del sindaco Tranchida datato 20 marzo 2012? «Erice, fra il cielo e il mare oggi non è più solamente un collegamento virtuale, ottico, se vogliamo anche sensitivo, ma diventa realtà fisica di mobilità urbana alternativa».
Realtà, in verità, non lo è mai diventata; ma questa è storia. Al nostro bastano gli annunci ad effetto!
Non tutti sanno, però, che il progetto si completava con il servizio di bike sharing, e che il Comune di Erice ha, effettivamente e materialmente, acquistato tutta una serie pensiline, totem, e di bici elettriche.
Che fine hanno fatto le bici? Ce lo fa sapere la “minoranza” consiliare nel testo della “Mozione di sfiducia” depositata alla Segreteria del Comune e che resta, vanamente in attesa della firma di due “volenterosi” che però non si trovano.
La denuncia di Simona Mannina & Co.: Bike sharing? soldi persi!
«Le bici [quindici, NdR]? Quelle costate circa 1.200 euro cadauna? Bene … sapete che fine hanno fatto? Tutte ammassate nel magazzino del Comune in mezzo ai vetri rotti, con un solo telo che neanche riesce a coprirle tutte … basta vederle per capire che le bici oggi sono inutilizzabili, d’altronde non serve un esperto per capire che dopo che non carichi le batterie da anni, le stesse si perdono, si perdono…si come si sono persi i soldi investiti per comprarle … ».
La faccenda non mi suona nuova. Un analogo progetto, ad Enna, aveva fatto la stessa fine. Per far partire il servizio di bike-sharing serve un gestore. Un gestore da cercare tra i privati. I privati, però, cercano una “remunerazione” ai propri “investimenti” e chi avrebbe accettato di prendere in gestione il servizio di bike-sharing dubitando della domanda di tale servizio nel territorio?
I cinque consiglieri ericini firmatari del documento politico d’accusa all’Amministrazione Toscano non potevano trascurare il tema della “pista ciclabile” realizzata sotto l’Amministrazione Tranchida sindaco. Alla commedia intitolata “pista ciclabile”, però, anche l’Amministrazione della sua ex vice sindaca, poi sindaca, non ha mancato di dare un proprio contributo.
Trascrivo integrale dalla “Mozione di Sfiducia” che porta le firme di Barracco (M5S), Vassallo e Manuguerra (Fratelli d’Italia, in atto), Mannina e Miceli (indipendenti, per ora) perché mi è impossibile scrivere meglio la sceneggiatura.
«Sin dall’inizio la ormai famosa pista ciclabile – famosa sicuramente non per meriti ma solo per la vergogna provata da tutti gli ericini in seguito ai servizi tv nazionali – ha avuto vita difficile in questo Comune, basti pensare alle numerose polemiche suscitate dalle inguardabili strisce rosse che attraversavano tutto il territorio che quasi come un gioco, di salite e discese dai marciapiedi, come a dire “vediamo chi riesce a percorrerla senza finire a terra o sotto una macchina…”».
«Ma in questi due anni è successo anche di peggio. Non solo i cittadini hanno dovuto subire questa umiliazione rassicurati dalle sole dichiarazioni dell’attuale assessore architetto Gianni Mauro, che a più riprese ripeteva che non avremmo pagato neanche un euro per questo scempio alla impresa esecutrice, ma pure nel 2018 l’amministrazione decideva di trovare un accordo con l’impresa in sede processuale (quindi anche con aggravio di spese ed oneri) con cui il Comune pagava ben 100.000 euro. Ma come? Non dovevamo uscire neanche un euro? Come a dire oltre il danno anche la beffa…».
La pista ciclabile oggi? Sparite le strisce, tolti i paletti, mai attivate le e-bike, in poche parole smantellata!
«Ma non finisce qui…dopo la sua realizzazione in appena due anni abbiamo assistito ad un graduale smantellamento della stessa pista ciclabile». Smantellamento, aggiungo, che arriva fino alla perdita del “Nome Dominio” del sito web che accompagnava il progetto. Oggi il Link del banner comunale collega ad un falso negozio di abbigliamento online.
Insomma la sua realizzazione, soldi dei finanziamenti esterni inclusi, è costata centinaia di migliaia di euro (605.000 euro?; tra l’appalto dato originariamente alla Cantieri Edili srl di Favara e quello successivo alla Costantino Tecnologie s.r.l. di Palermo, ammetto che sono perso).
Della “pista ciclabile” non è rimasto praticamente nulla se non l’impossibilità di parcheggiare sul lato mare della litoranea. Dei Privati, quindi, hanno preso la “palla a balzo” e pensato bene di realizzare dei parcheggi nelle aree sull’altro lato della carreggiata.
Sul procedimento autorizzativo di uno di questi, stia indagando la Magistratura. La sindaca, negli scorsi giorni, è stata interrogata ed ha ammesso di aver ricevuto un “avviso di garanzia”.
—
Approfondimenti [scarica PDF cliccando sui link sotto]:
Vedrai che tutto si risolverà con un nulla di fatto.
Perché trasformeranno le bici elettriche a bici a gasolio.