NEGOZI: APERTURE DOMENICALI ILLEGITTIME

Girolamo Fazio

Girolamo Fazio

TRAPANI – Scoperta la «truffa» ai danni dei lavoratori e dei piccoli commercianti, la Regione Sicilia aveva deliberato e posto rimedio. Ma il Comune di Trapani continua ad «infischiarsene» del deliberato (della Legge insomma) della Regione e continua a procedere per la sua (illegittima) strada nel silenzio piu totale dei sindacati ch dovrebbero tutelare i lavoratori, delle organizzazioni di categoria che dovrebbero tutelare i piccoli commercianti, dei consiglieri comunali della cosidetta opposizione. Stiamo parlando dell’illegittima totale apertura domenicale dei negozi.

Ma partiamo dall’inizio. I negozi, la domenica e le feste, devono stare chiusi. E’ una legittima necessità per chi ci lavora, perchè anche loro – come i pubblici impiegati o come ogni altro lavoratore – hanno diritto ad una giornata di riposo settimanale (tutelata addirittura dall‘articolo 36 della nostra Carta Costituzionale: «Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi»).

Esiste una deroga. Lo prevede la Regione Sicilia cogli artt. 12 e 13 della Legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28, per le domeniche «del mese di dicembre, e fino ad un massimo di ulteriori nove domeniche o festività nel corso della restante parte dell’anno».

Ma esiste,anche la deroga alla deroga. E qua che si sono infilati i padroni dei grandi centri commerciali, col ricatto e colla acquiscenza dei sindaci, anche quello di Trapani, avvocato Mommo Fazio.

All’art. 13 della stessa Legge 28/1999 è previsto, infatti, che «nei comuni ad economia prevalentemente turistica, nelle città d’arte, … gli esercenti …possono derogare all’obbligo di chiusura domenicale». Sulla base di questa norma e della dichiarazione di «Comune a prevalente economia turistica e città d’arte per l’intro periodo dell’anno» ottenuto da Trapani, da parte della Regione, il 18 gennaio 2001 il Comune di Trapani – da ultimo con ordinanza del sindaco Fazio n. 22 del 30 gennaio 2008 – aveva decretato la libera apertura domenicale e festiva dei negozi.

Si scopre, tuttavia – un bell’articolo del Giornale di Sicilia del 17 settembre 2008, ovviamente non a cura della redazione trapanese dello stesso giornale – che per «diventare comune turistico lo si poteva per semplice scelta politica». La Regione, infatti, concedeva lo status «a tutti quei sindaci che ne facevano richiesta … per semplice campanilismo».

ImageOra, invece, e per ora intendiamo dall’emanazione del Decreto assesoriale regionale del 24 gennaio 2008 che stabilisce i criteri («Direttive per il riconoscimento dei comuni ad economia prevalentemente turistica e città d’arte») e dall’emanazione di quello del 24 dicembre 2008 che prevede la «individuazione di comuni ad economia prevalentemente turistica e città d’arte», sappiamo che la Città di Trapani è «città turistica» solo per i mesi da giugno a settembre.

Sono diversi, particolareggiati e concreti i criteri per la motivazione, da parte della Regione, per l’assegnazione di tale «bollino» (dopo non piu’ scelta del sindaco ma delibera di Consiglio comunale). Dalla «operatività nei giorni festivi di enti o strutture museali, artistiche, culturali, ricreative … atti ad attirare rilevante afflusso di visitatori», all’entità delle «quota del bilancio comunale destinata all’attività turistica» (e qua casca … l’asino! Il Comune di Trapani, nel triennio 2008-2009-2010, ci ha messo dentro appena 2.000 euro anni: si letto bene: duemila euro – FONTE: BILANCIO COMUNE TRAPANI).

Il Comune di Trapani, già a partire dall’anno 2009, quindi, avrebbe dovuto adeguare la propria ordinanza sulle «deroghe alle chiusure» domenicali e festive al nuovo decreto regionale che limita il riconoscimento di «Comune turistico» non piu’ per l’intero priodo dell’anno ma alla sola estate. Ma, come dicevamo, ha fatto, illecitamente, «orecchie da mercante». Chissa se ci sarà qualcuno che lo … sveglierà!

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