Nell’anniversario dei bombardamenti su Trapani gli USA colpiscono la Siria
«6 aprile 1943: 74 anni fa Trapani fu pesantemente bombardata dalle forze angloamericane e gran parte della storia della nostra città si trasformò in un cumulo di macerie; un “punto di non ritorno”, dove oltre le troppe vittime abbiamo perso il grande teatro Garibaldi e la chiesa di San Michele con lo stravolgimento di un grande quartiere che a distanza di 74 anni, è rimasto ancora moralmente in ginocchio perché ferito nell’anima».
Così scrive Francesco Genovese, uno dei pochi trapanesi, che ha ieri ricordato i bombardamenti inglesi ed americani, americani quelli del 6 aprile, sulla Città di Trapani.
Giacomo Caltagirone, su Dailymotion ha “postato” una video rassegna dei bombardamenti “alleati” su Trapani. Interessante, tanto per le immagini quanto per la precisione nell’elencazione di dati, obiettivi “strategici” dei bombardamenti, esecutori materiali delle distruzioni sulla città, sul porto, sugli aeroporti di Milo e Kinisia.
Dobbiamo condannare tutti assieme questo Stato canaglia: gli USA
Proprio ieri notte gli americani, continuando a dimostrare quel che sono, uno Stato “canaglia”, uno Stato che non vede oltre i propri occhi, uno Stato che si considera il padrone del pianeta, ha bombardato la Siria.
Questa volta gli attacchi sono partiti da due portaerei; in passato e magari anche in futuro dalle “proprie” basi in Sicilia, a Sigonella ed a Trapani-Birgi.
La guerra, la violenza, insomma ci è vicina. Anche se uccide, ieri, quattro militari siriani, di cui un generale di brigata. Anche se distrugge, “polverizza” dicono dal Pentagono, ieri, una pista dell’aeroporto siriano di Shayrat, un deposito di carburante, gli immobili della base aerea, ci è vicina.
«Guardate l’Irak, guardate la Libia», aveva provato a fare osservare l’ambasciatore russo all’ONU Vladimir Safronkov all’uscita della riunione del Consiglio di sicurezza intimando conseguenze negative da un irresponsabile, dubbia e tragica nuova “impresa” USA. Avvertimento inascoltato, ovviamente dagli Stati Uniti.
No, mai un Si alla guerra come soluzione delle controversie
Non c’è “scusa” USA che tenga, e delle scuse delle armi “chimiche” e di “sterminio di massa” possedute, si fa per dire, da Gheddafi e Saddam Houssein, sappiamo oggi tutto: non c’erano.
«Nessuno stato deve interferire con la forza nella costituzione e nel governo di un altro Stato», scriveva, nel 1795, Immanuel Kant ne “La Pace Perpetua”.
«Infatti che cosa può dargliene diritto?», domandava – ancora – il filosofo tedesco.
Una cosa è l’assistenza umanitaria, il diritto-dovere di assistenza, una cosa sono gli atti di guerra.
E noi, trapanesi, vittime dei bombardamenti americani, dovremmo saperlo cosa sono gli atti di guerra. O l’abbiamo dimenticato?
Queste immagini di Belgrado e del Vietnam, assieme al video storico di Giacomo Caltagirone, casomai ci fosse bisogno lo ricordano.