Nuova legge elettorale, rapina alla democrazia
Le dichiarazioni, del deputato regionale Francesco Forgione, sulle legge recentemente approvata dal parlamento siciliano in merito a «Norme per l’elezione del Presidente della Regione siciliana a suffragio universale diretto. Nuove norme per l’elezione dell’Assemblea regionale siciliana». – Istituito lo sbarramento del 5% con il quale si da un colpo di spugna a partiti storici come Rifondazione Comunista, Verdi, Lista Di Pietro, Comunisti Italiani, Socialisti (Nuovo PSI), Repubblicani, Socialisti democratici (SDI). – “La coaliziaone di centro-sinistra non esiste più“.
Francesco Forgione, deputato regionale di Rifondazione Comunista, è intervenuto, lo scorso 5 agosto, nel dibattito parlamentare sull’approvazione della nuova legge elettorale siciliana, con un accalorato discorso, definendo la legge “un vero e proprio strappo, una rapina della democrazia e della rappresentanza in Sicilia.”, aggiungendo poi che “una mostruosità simile poteva essere pensata soltanto nella perversione e nella degenerazione politica dei partiti siciliani.”
Per Forgione, infatti, “non c’è Parlamento al mondo nel quale si scrivono le regole elettorali e si fanno le riforme istituzionali a colpi di maggioranza, senza sviluppare un confronto tra le diverse parti politiche.”
Forgione ha, quindi, accusato l’UDC – il partito di maggioranza relativa in Sicilia, il partito del presidente regionale Cuffaro, ispiratore della nuova legge – con un “Siete il peggio, la ‘macchietta’ dell’eredità democristiana, quell’eredità politica e culturale che si misurava con le grandi culture democratiche; quell’eredità politica e culturale che da Sturzo a Dossetti dava centralità al Parlamento e non ai governi”.
Il deputato comunista, riferendosi alla coalizione di centro-destra, ha sottolineato, con un evidente senso di sconforto, come “Davvero continuo a non capire perché non si abbandoni quest’Aula a voi, visto che avete usato quest’Aula come una palestra e come un ring da pugilato, non come il luogo dell’esercizio del confronto e della dialettica parlamentare.”
Rivolgendo ai banchi dei deputati della Margherita e dei Democratici di Sinistra, l’onorevole Forgione ha dichiarato “con questa destra qui, in Sicilia, non c’è possibilità di dialogo e dovreste smetterla una volta per tutte a provare a dialogarci.”
Entrando nel merito del provvedimento in corso d’esito, il deputato ha rilevato come nella nuova legge sia stato previsto “uno sbarramento per cancellare intere forze politiche dalla dialettica democratica.”
Nelle accuse alla maggioranza, ma anche ad ampi settori di Margherita e dei DS, che l’hanno appoggiata, anche “l’attribuzione dei seggi su base provinciale”.
A tale proposito, Francesco Forgione, ha individuato “un’ulteriore truffa” nello “sbarramento su base regionale” e nell’aggiudicazione “alla coalizione che vince un premio di maggioranza che sfonda l’equilibrio tra maggioranza ed opposizione nella distribuzione dei seggi.”
Forgione, ha poi condannato l’estenzione dello sbarramento alle province ed ai comuni, poiché “L’intervento si allarga dove ci sarebbe bisogno, non di uno sbarramento, ma di un sistema di rappresentanza capace di stimolare l’auto-organizzazione della società civile, non solo in partiti, ma in autoorganizzazione di bisogni, di comitati, di esperienze di lotta, di esperienze di comunità da portare e da fare irrompere nelle istituzioni per rigenerarle”.
Per il deputato comunista, con la nuova legge, si aveva l’occasione di prevedere, nell’individuazione delle candidature, l’alternanza uomo/donna, ma si è depotenziata la norma stabilendo solo una multa quale deterrente per la mancata osservanza, trasformando una opportunità in una “beffa di se stessa, la farsa.”.
Per Forgione solo “l’assenza di pudore” ha permesso di produrre, infine, “un mostro”: il deputato supplente. Un “portaborse del deputato, deve servire, non dovrà mai presentare un’interrogazione parlamentare contro quell’Assessore perché, qualora quell’Assessore venisse incrinato nella sua legittimità e il Presidente della Regione fosse costretto a sottrargli la delega, quel deputato supplente smetterebbe di esistere.”
Con amarezza, il deputato di Rifondazione comunista, constatando le corresponsabilità di Margherita e Democratici di Sinistra, nel parto della nuova legge elettorale, ha affermato che “La coalizione di centrosinistra, così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, in Sicilia non esiste più, perché era fatta di piccoli partiti, che rappresentavano però identità consolidate nei territori. Oggi vengono cancellati dalla competizione e sono fuori dalla competizione. Questi partiti no n hanno alcun interesse a regalare i propri voti a sindaci, presidenti della provincia e presidenti della Regione che utilizzano i voti di quei partiti ma i cui voti non hanno alcun peso per dare rappresentanza al loro corpo elettorale. C’è una grave responsabilità da parte di chi ha diretto il centrosinistra in queste settimane in Sicilia.”
In conclusione ha invitato l’intero centro-sinistra “in una battaglia referendaria che al di là dei suoi esiti produrrà un effetto comunque importante, e cioè un grande dibattito di massa sulla politica e la natura della democrazia in Sicilia.”