Olga Catania sulle cause ed effetti della migrazione degli studenti dal Sud al Nord Italia
«La migrazione di massa degli studenti meridionali è una triste realtà che il Sud fronteggia ormai da diversi anni. Si tratta di un vero e proprio esodo. Un meridionale nasce, e cresce da studente, con la consapevolezza di vivere in un territorio che un giorno dovrà lasciare, abbandonare alla sua sorte». Questa è l’amara considerazione contenuta nella tesi di laurea di Olga Catania, trapanese, che ha appena raggiunto il dottorato (triennale) in “Economia e Management” presso l’Università degli Studi di Trento.
Il lavoro non presenta dati statistici che quantificano i numeri di questo esodo. Tuttavia, fa rilevare che, se «dal 2003 al 2015 le matricole complessivamente perse dalle Università italiane ammontano circa a 70.000 unità (20%), per le università del Sud (30%) la contrazione è stata molto più consistente rispetto a quella verificatasi al Centro (22%) e al Nord (3%) del Paese».
La migrazione intellettuale causa e conseguenza impoverimento del Sud
Per Olga Catania, «la migrazione intellettuale è insieme causa e conseguenza dell’impoverimento del Sud». Si tratta, quindi, di un «problema che non può più essere ignorato».
«La migrazione del capitale umano – spiega la dottoressa Catania – è considerata uno dei fattori determinanti della mancata crescita economica di una regione, con riflessi sulla perdita di competitività di questi territori a lungo termine. Il rischio evidente è che tale migrazione, non possa che portare ad un crollo definitivo dell’economia meridionale nel lungo periodo».
Olga Catania propone un sistema di università capillari sul territorio
La tesi indica, tra le soluzioni alle migrazioni dei meridionali, quella di creare e sostenere «un sistema universitario di buona qualità e diffuso in modo capillare».
«L’aumento del numero di atenei sui territori – sostiene – appare un primo fattore cruciale per restare al passo con l’evoluzione e i cambiamenti sociali in atto».
«Gli atenei – aggiunge – sono una sorta di “incubatori di conoscenze”, in grado di orientare le imprese verso nuove tecniche, più efficienti e innovative». Conoscenze che hanno hanno effetti positivi sulle imprese del territorio in termini di innovazione, produttività, redditività.
Olga Catania è certa anche che «la presenza di atenei all’interno delle regioni è un input necessario a favorire cambiamenti e miglioramenti del benessere all’interno del tessuto sociale, per i singoli individui e per la società nel suo complesso».
Le rimesse dei genitori ai figli universitari impoveriscono il Sud
Una parte interessante dello studio della dottoressa Catania è quella dove coglie un punto su cui spesso si presta poca attenzione. «E’ stato stimato che la perdita netta per il Sud in termini finanziari, causata dalla migrazione dal Meridione a partire dagli anni Duemila, ammonterebbe a circa 30 miliardi». La neo-laureata si riferisce al flusso di risorse dei trasferimenti finanziari delle famiglie meridionali che vengono destinate, nei fatti, ad alimentare il reddito del Nord del Paese, «per lo più con l’obiettivo di aiutare giovani studenti universitari o laureati agli albori della carriera lavorativa» (spese di locazioni, ecc).
Denaro che se speso al Sud, al contrario, alimenterebbe l’economia locale e un circuito virtuoso. «Il fenomeno relativo al trasferimento di tali risorse – precisa la dottoressa Catania – prende il nome di “income drain”» [drenaggio delle risorse, NdR].
In estrema sintesi, il lavoro sostiene che «la perdita di capitale umano comporta una situazione di sottosviluppo dell’area, che risulterà carente dal punto di vista economico, sociale e tecnologico».
Prospettive per rimanere al Sud? Nulle senza incentivi
Olga Catania prova, nella propria tesi, ad ipotizzare anche delle soluzioni al problema della “fuga di cervelli”. Sono proposte che vanno dalla previsione di tasse universitarie omogenee sul territorio nazionale all’ampliamento dei fondi destinati agli studenti in difficoltà, fino alla revisione dei criteri di finanziamento delle università che non penalizzi le più piccole.
Naturalmente, poi, «occorrerebbe anche che tutti coloro che hanno studiato decidano di rimanere a lavorare presso la regione di riferimento affinché gli effetti positivi derivanti dall’investimento in capitale umano qualificato si dispieghino appieno e adeguatamente. Questo può avvenire solo se si offrono adeguati incentivi agli studenti/lavoratori e, attualmente, non è quello che succede all’interno delle regioni meridionali che ogni anno perdono sempre più studenti e capitale umano».
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La Tesi completa è scaricabile da questo link: Tesi di laurea Olga Catania luglio 2019. Si ringrazia la neo-dottoressa per averla messa a disposizione della Comunità.