POCHE TASSE E BASSA QUALITÀ DELLA VITA
Trapani nella classifica generale del sole 24 ore si trova al 96° posto a pari merito con Siracusa e Napoli. Questa posizione di classifica è frutto di una serie di indici analizzati quali ricchezza, tenore di vita, soddisfazione personale, qualità dei servizi: tutti valori che decrescono scorrendo la classifica verso il basso.
I milanesi sono quelli che pagano più tasse, nella classifica italiana stilata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre (Ici, addizionale comunale Irpef e tariffa sui rifiuti per i comuni, imposta sulla Rc auto, addizionale sulla bolletta dell’Enel e imposta di trascrizione per le province e Irap, addizionale regionale sull’Irpef, compartecipazione dell’Iva e sulle accise della benzina per le regioni). Segue Venezia – che però conta tra le entrate del comune gli incassi del Casinò municipale, quindi in realtà è fuori classifica – e Aosta è la terza. L’ultimissima, tanto per cambiare, è una città siciliana: Enna. E le differenze tra la cima e il fondo della classifica sono abissali: gli abitanti di Milano avrebbero versato 2.082 euro a testa nell’anno monitorato, il 2005, quelli di Enna 604.
La Confartigianato di Trapani ci fa sapere che: “Tra tasse, tributi ed addizionali ogni Trapanese, nel 2005, ha versato agli Enti Locali in media 824,83 €, ovvero circa 609 € euro in meno rispetto alla media Nazionale che si attesta su 1.434,00 €. Per l’esattezza, ogni abitante del comune di Trapani ha versato per quell’anno d’imposta 372,54 € nelle casse comunali, € 50,84 in quelle provinciali e € 401,45 nelle casse della regione.
Da rilevare che scorporando dallo Studio i dati relativi alle provincie siciliane, Trapani, in fatto di pressione fiscale, è seconda soltanto a Catania, mentre rispetto ad Enna (il capoluogo di provincia con minor imposizione tributaria) la media dei tributi pagati in più dai Trapanesi è pari ad € 220,82.”
Per CONFARTIGIANATO Trapani, le speranze sono riposte nel fatto che la maggiore imposizione si dovrebbe tradurre in reali migliori servizi per il cittadino.
Ma per capire meglio la situazione è necessario analizzare la classifica nel contesto più ampio, analizzando nel contesto in cui è nata.
Se Enna piange, Trapani certo non ride con il suo 96° posto.
A cosa corrispondono queste cifre? Ricchezza, tenore di vita, soddisfazione personale, qualità dei servizi sono tutti valori che decrescono se scorriamo la classifica verso il basso.
La Sicilia, in questa classifica, indossa senza dubbio la maglia nera: troviamo cinque delle sue province tra le ultime dieci per tenore di vita (Catania ultima al 103° posto, poi salendo Palermo, Siracusa, Trapani, Agrigento) e ben 8 città siciliane sono tra le dieci con le tasse più basse, amara consolazione per i siciliani di Enna, Agrigento, Caltanissetta, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani, visto che i servizi hanno una scarsa qualità.
Analizzando i songoli punti ci accorgiamo, relativamente alla nostra città, che:
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per tenore di vita (indicatori analizzati: ricchezza prodotta, risparmi, pensioni, abitazioni, consumi familiari, assicurazioni sulla vita) siamo all’84° posto, stabili rispetto al 2005;
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per dinamiche economiche (numero di imprese registrate, cancellazioni e iscrizioni CCIAA, debiti non pagati, tassi di interesse, in cerca di prima occupazione, extracomunitari occupati) siamo all’89° posto ma siamo migliorati;
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per quel che riguarda ai servizi legati all’ambiente e alla salute (presenza di infrastrutture, aspettative di vita, incidenti stradali, efficienza nella giustizia, eco sostenibilità) ci troviamo all’86° posto, in peggioramento rispetto al 2005;
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relativamente alla delinquenza non organizzata (indicatori analizzati: numero rapine, furti in casa, furti d’auto, scippi e borseggi, minori denunciati, ) siamo al 71° posto ma in miglioramento;
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per popolazione (indicatori analizzati: numero abitanti, nati, arrivi e partenze, stranieri, matrimoni in crisi, spese per l’istruzione) siamo al 94° posto, stabili rispetto all’anno precedente;
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per quanto riguarda il tempo libero, infine, andiamo meglio siamo al 78° posto, ma siamo in caduta (indicatori analizzati: attività culturali,acquisti di libri, numero di cinema, eno gastronomia, volontariato, vocazione sportiva).
Ognuna di queste singole voci sarebbero meritevoli di un’analisi maggiormente approfondita per cercare di capirne le cause ed eventualmente suggerirne i rimedi, perchè è strano che continuano a dirci d’aver cambiato il volto alla realtà, ma alla fine siamo sempre in fondo a tutte le classifiche.