PORTO: SERVE PIU’ CONCORRENZA
Trapani, un Porto diviso tra una propensione allo sviluppo turistico ed un’altra in direzione commerciale. Ne abbiamo parlato con Enzo Trapani, già presidente della Compagnia Lavoratori del Porto ed oggi membro della Commissione consultiva istituita all’interno dell'Autorità Portuale di Trapani. “La vocazione naturalistica della nostra provincia non è una novità per nessuno. Va detto che la Coppa America ha ulteriormente valorizzato queste bellezze naturali, allargando la loro conoscenza a livello nazionale ed internazionale”.
“Purtroppo la forte speculazione di certi operatori turistici senza scrupoli che praticano prezzi da rapina, la mancanza di strutture ludico-ricreative che trattengano il turista in loco, sono da freno allo sviluppo del turismo naturalistico”.
Il Porto commerciale attraversa un momento di “crisi”, di calo dei traffici, ostacoli posti si dice anche dagli ambientalisti…
“Non si è capito il perché del feroce accanimento di qualcuno, quasi a voler esorcizzare il demone, contro gli ambientalisti. Il voler dare a loro la colpa, ad ogni costo, di tutti i problemi che affliggono il Porto. E mi chiedo, visti i risultati, se non fosse stato più utile privilegiare il dialogo. A cose è servito lo scontro?”.
Le lamentele e le accuse di certi operatori portuali non sono credibili, infatti. “E’ certo che la colpa della diminuzione dei traffici non è dovuta alla mancata funzionalità a tutt’oggi del nuovo molo sporgente Ronciglio, che va comunque completato, ma è da ascriversi a qualche altro contesto, visto che la funzionalità del Porto è la stessa del 2004 o del 2003 quando i traffici erano ben maggiori”.
Ed allora, se è vero che i traffici sono diminuiti, è possibile individuarne il colpevole?
“E’ necessario che il Porto sia all’altezza anche dal punto di vista della competività dei costi. Oggi i costi sono troppo alti e ci portano fuori mercato”.
Come, allora, poter abbattere i costi portuali?
“Se la legge 84/1994 ha tolto il monopolio alle compagnie portuali – ed ha così dato un impulso ai traffici marittimi nazionali ed internazionali – si deve evitare di crearne dei nuovi. Se si vuole fare entrare nuove risorse, bisogna dare la possibilità di “entrare” nel Porto a nuovi ed onesti operatori che vogliono investire e che credono alla crescita di questo territorio”.
Lei sta dicendo, insomma, che nel Porto di Trapani è in atto un monopolio che ne limita lo sviluppo?
“Se il Porto resta impigliato nelle ristrettezze di piccole lobby, avremo perso un’occasione di sviluppo che in questo momento – nel Mediterraneo – appalesa nuove prospettive. E di questo ci si dovrà assumere le responsabilità, senza incolpare gli ambientalisti che, comunque, agiscono nel rispetto delle regole.
Le colpe di un eventuale insuccesso, semmai, peseranno su coloro che vogliono pescare nel torbido per il proprio tornaconto personale, e non vogliono rispettare le regole”.
Per la crescita economica ed occupazionale del Porto è quindi, secondo lei, necessario aumentare la concorrenza e quindi il numero degli Imprese che a vario titolo operano nel Porto. E poi?
“Lo strumento del Piano Regolatore del Porto e la realizzazione delle indispensabili strutture portuali – banchine, piazzali – devono essere inseriti, insieme all’escavazione dei fondali, in un contesto più ampio di creazione di ulteriori infrastrutture (raccordi autostradali, ferrovie funzionali, autostrade del mare) necessarie allo sviluppo del Porto, Esse sono premesse essenziali per un traffico integrato nel contesto più ampio del Piano Generale dei Trasporti”.