Pubblicate le motivazioni della mia assoluzione
La Corte d’Appello di Palermo, presidente Antonio Napoli e consigliere estensore Rossana Guzzo, lo scorso 13 novembre 2017 – ma le motivazioni sono state pubblicate solo questo mese – ha riformato la sentenza di primo grado e mi ha assolto dal «reato continuato ascritto perché il fatto non sussiste» in merito ai fatti denunciati dal webmaster del Comune di Erice dott. Filippo Messina.
In primo grado – come riportava il 30 gennaio 2017 Raffaella della Morte su “Ossigeno per l’Informazione” – ero stato condannato ad 80 giorni di reclusione (pena sospesa).
Nelle motivazioni, è interessante leggere come negli atti «non si rinviene la frase riportata dal primo giudice nel corpo del provvedimento impugnato». In poche parole era stato condannato per una frase che non era neppure presente nel capo d’imputazione!
Sempre su “Ossigeno”, il 1 febbraio 2017, Giuseppe Federico Mennella si era soffermato sulla sentenza del procedimento civile che era stato parallelamente avviata dal sindaco di Ericre rag. Giacomo Tranchida e che mi aveva visto, anche lì, uscire vincitore.
Mennella, nel proprio articolo, rimarcava come il Comune di Erice, nel caso del procedimento civile, era pure stato costretto a versarmi un cospicuo importo a risarcimento delle spese legali sostenute. Insomma erano stati i cittadini i Erice a pagare l’avventatezza della citazione del proprio sindaco.
Andando al merito dei tre articoli postati sul blog “Altratrapani” nell’estate del 2010, e oggetto del procedimento concluso, la Corte d’Appello ha confermato che «la veridicità delle informazioni [pubblicate, NdR], risulta confermata. Le circostanze di fatto segnalate negli articoli non hanno infatti trovato smentita all’esito dell’istruttoria».
La Corte, anzi, sembra arrivare anch’essa a stigmatizzare l’operato dell’Amministrazione del Comune di Erice quando scrive che la procedura concorsuale dell’avviso pubblico – criticato nei miei scritti – fu eufemisticamente «espletata in tempi assai contenuti» e l’incarico assegnato «con generica motivazione».
Nonostante la vittoria, e la lunghezza estrema del procedimento patito (assoluzione il 13 novembre 2017 per fatti dell’estate 2010), a mio carico restano le pesanti spese legate alla difesa e l’impossibilità di ricorrere all’indennizzo della legge Pinto per come questa è stata modificata nel 2012 dal governo Monti e nel 2015 dal governo Renzi.