Quale il destino dell’Isola Ecologica?
TRAPANI – Si avvia alla sua conclusione la realizzazione dell’isola ecologica sita alla litornaea. Dubbi su quello che sarà il suo destino una volta ultimata. Abbattuta o riutilizzata pèer qualcos’altro?
E’ costata 1.450.277,88 euro. Praticamente 3 miliardi del vecchio conio, come diceva qualcuno in televisione qualche tempo fa. E si comincia a vedere il suo completamento. Dal cartello che è affisso fuori si può leggere che i lavori, iniziati il 4 novembre del 2002, dovrebbero terminare il 31 luglio del 2004.
Assai travagliata e contestata è stata la realizzazione di questa struttura, che oggi, a ben guardarla, non deturpa affatto il paesaggio, con i suoi Gazebo di legno, il recinto quadrettato e le aiuole e gli alberi tutt’intorno. Almeno non lo deturpa più della Segheria posta un po più avanti, del Cimitero proprio difronte la spiaggia, delle inferriata dell’università divelte e arruginite o del Giardino d’inverno lasciato a metà.
Eppure ha fatto tanto rumore.
Tanti scudi si sono levati per opporsi alla realizzazione del centro comunale di raccolta. Tra tutti si è distinto un consigliere paladino dei poveri che per un anno ha nicchiato comodamente sull’argomento e all’improvviso, casualmente dopo che ha finito di occuparsi della sua campagna elettorale, si è fatto un paladino della litoranea (o del cavallino bianco o degli speculatori che vedono nell’isola ecologica una causa di deprezzamento delle loro proprietà?) portando avanti una battaglia “contro”. Contro lo scempio di “una discarica nella zona turistica della città” a suo dire. A nostro parere lo scempio è stato portar avanti questa battaglia.
Adesso la costruzione, come detto sta per essere terminata. Che fine farà? Probabilmente non entrerà mai in funzione. E’ costata tre miliardi (per quattro miliardi ne dovevano essere realizzate tre invece ne abbiamo solo una e… mezza) e il suo futuro è incerto.
Forse gli sarà cambiata la destinazione d’uso o peggio verrà abbattura. Ma è un timore questo non certo una certezza. Magari i nostri politici ci sorprenderanno. Noi ci speriamo, anche se sarebbe la prima volta.