RANDAGI: A TRAPANI SI PAGANO I MORTI?
« Il gobbo nella via, guardava la gobba degli altri, ma non la sua». Vi ricordate di Fazio? Il sindaco di Trapani pronto a pensare ai cani degli altri con strani, inutili e vessatori obblighi (dall’antirabbica in poi)? Bene … ci è stato segnalato che trascurerebbe di pensare ai «cani suoi».
Nel primo ometterebbe un controllo sui «propri» cani che si trovano «ricoverati» presso il canile municipale. Questi animali – specie se di razza e specie se di razza da «combattimento» – sarebbero oggetto di furti. La notizie è stata riportata diverse volte anche dalla stampa locale.
Un esempio su tutti su Siciliaonline (5 cuccioli il 3 novembre 2008).
C’è stata, financo una «denuncia» da parte della locale sezione di Italia dei Valori (Marsala.it, 11 gennaio 2010) che giungeva, a fronte del proseguire dei furti, a sollecitare la «attivazione in tempi brevi quantomeno dell’impianto di videosorveglianza», ottenendo ampie «rassicurazioni» dal primo cittadino.
Era gennaio, oggi è giugno, l’impianto di video sorveglianza è stato montato … ma non attivato!!! Le telecamere sono spente, insomma.
Intanto i furti, tentati o riusciti, continuano. Ne segnala uno l’AGI, appena il 1 giugno scorso. Ma fuori dalle pagine ne giornali ne risultano altri. E della mancata vigilanza del sindaco sui propri cani non si comprende il perchè …
Un secondo caso di omissione di «vigilanza» da parte del Comune, ancora piu dannoso – specie per le casse del Comune – è quello che ci sarebbe segnalato in riferimento ai canili privati «convenzionati» col Comune per trattenervi i randagi prelevati in eccesso rispetto alla capienza (ottanta posti) del canile comunale.
Ci riferiamo al “RIFUGIO MIMIANI S.r.l”, con Sede Legale in Caltanissetta, a cui, ad esempio, il Comune, ha affidato – 18 giugno 2009, determina dirigenziale n. 145 del VI Settore -, per l’ennesima volta, l’appalto per il «Servizio di ricovero e mantenimento dei cani randagi», per un importo di 49.500 euro (sino ad esaurimento fondi).
In base all’Ordinanza del Ministero della Salute, 16 luglio 2009, all’art. 1, nel ribadire che «Il Sindaco del Comune rimane responsabile dei cani prelevati sul proprio territorio e collocati in strutture site in altri Comuni» ricorda come, «deve effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere dei propri animali non meno di una volta l’anno», nonché «dare comunicazione dei risultati ottenuti e dello stato di salute e benessere degli animali al Consiglio comunale anche nel Rendiconto della gestione».
Bene (o. male verrebbe da dire …), non ci risulta che mai, al Consiglio comunale o, tanto meno, nel proprio rendiconto di gestione, l’avvocato Mommo Fazio abbia mai dato conto della salute, dei tassi di mortalità, del numero e frequenza delle ispezioni al Mimiani e del relativo esito. A noi, risultano strane morti “denunciate” solo pochi giorni prima delle “ispezioni” (sono preavvisate?) e quindi il rischio, non proprio remoto, di pagare pure per cani morti e sepolti.
Pensiamo male noi, dite? La “denuncia” è del settimanale Panorama: «in certi canili quando un cane muore si estrae il microchip per metterlo su un altro. E così ecco il prototipo del cane infinito con pagamento infinito», scrive Stella Pende il 29 marzo 2009 …. e l’articolo – che consigliamo assolutamente di leggere – parla proprio, guarda caso, proprio dei canili siciliani, anche del Mimiani di Caltanissetta (a proposito dei guadagni …).
Come dicevamo all’inizio, «Il gobbo nella via, guardava la gobba degli altri, ma non la sua»: avvocato Fazio si controlli i «suoi» cani … e ci faccia sapere.