Referendum: Domani si vota, il Paese spaccato in due!

incontro-referendum-interv-salvo

Natale Salvo

Domani si vota, solo domani, dalle 7 alle 23. E’ finita una delle più “dure” battaglie politiche degli ultimi anni, quella per approvare o meno il referendum costituzionale proposto dall’imbonitore televisivo Matteo Renzi. Che vinca il NO, o che vinca il SI, da lunedì l’Italia sarà un Paese diverso. Un Paese spaccato in due, un Paese dove il concittadino che ha fatto una scelta di schieramento diversa è un “nemico”. La “ferita” non sarà facile da guarire.

Questo il grande “merito” di Matteo Renzi. Spaccare il Paese. Valeva la pena, il “gioco” di rafforzare il proprio potere è valso la pena? Un Paese non va, invece, unito su principi, valori, ecc? La Costituzione non è di tutti e per tutti? O è solo quella concessa dal “monarca” di turno?

Il Movimento Cinque Stelle padrino del voto al SI.

Grillo e Renzi, due demagoghi

Grillo e Renzi, due demagoghi

Vinca il NO, o vinca il SI, sarà, tuttavia una vittoria del Movimento Cinque Stelle del demagogo Peppe Grillo.

Oggi, per mero opportunismo politico, e per la solita scelta di dire NO a tutto quello che propongano altri che non siano loro stessi, erano nel composito fronte del NO. Ma è proprio il Movimento Cinque Stelle il “padrino” morale della riforma Renzi.

Non è stato Grillo, non sono stati i Di Maio, i Di Battista che, per anni, dalla loro nascita, si sono schierati contro “la casta” dei politici? Tagliare i senatori non è, nell’immaginario collettivo, un bel “vaffa” alla “casta”, al “costo della politica”?

Questo vende Renzi, domani; il prodotto del pensiero grillino: meno politici, un governo del Paese più snello (senza i “burocrati” che bloccano le leggi), l’abolizione degli Enti inutili mangiasoldi (il CNEL).

Tutte falsità, ovviamente.

Ma tutti “virus” inoculati nelle menti degli italiani dai demagoghi a Cinque Stelle.

Questa mia riflessione a sottolineare i pericoli della demagogia e del conseguente populismo che ci ha regalato, quasi cent’anni fa, l’elezione in Parlamento di Benito Mussolini e delle sue camicie nere.

Vinca il NO, o vinca il SI, non cambierà nulla. Fabrizio Bocchino, senatore trapanese, ex grillino, oggi al componente di Sinistra Italiana l’ha spiegato sabato scorso al Borgo Annunziata nell’incontro proposto dal movimento civico “A Misura d’Uomo”: il processo di trasferimento del potere nelle mani dell’uomo solo al comando – ha in sostanza detto – è in corso da anni. Anche una vittoria del NO non arresterà questo processo se non cambierà la condotta dei cittadini, se non inizieranno ad aggregarsi per discutere di politica, se non parteciperanno attivamente alle scelte del Paese, o della propria Città.

Trapani e il Referendum: C’è chi sta col NO, chi col SI

Intervento sen. Fabrizio Bocchino

sen. Fabrizio Bocchino

Uno sguardo agli schieramenti, in loco, in conclusione, mi pare interessante.

Da un lato la corazzata degli apparentemente nostalgici di un regime che fu, ma che sembra avere la forza di ritornare sotto le bandiere tricolori del Partito Democratico; quelli che vogliono meno Partiti, meno pluralismo, un “uomo solo al comando” dalle mani libere: i deputati regionali Baldo Gucciardi, Francesca Milazzo (PD) e Paolo Ruggirello (eletto all’ARS nell’estrema destra di Nello Musumeci ed oggi coerentemente traslocato nel PD), Mimmo Turano (UDC ormai costola da zerovirgola del PD), Nino Oddo (PSI, altra costola del PD da zerovirgola in Italia). Con loro, di certo, anche il movimento CIVES di Piero Spina.

Dall’altro Vincenzo Santangelo, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi (Movimento Cinque Stelle), nonché Antonio D’Alì (Forza Italia), Livio Marrocco di NOI, Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana), il movimento “A Misura d’Uomo” di Leonardo Todaro, il movimento “Trapani Cambia” di Sabrina Rocca, pochi altri gruppi sparsi, dall’ANPI di Aldo Virzì a Filippo Salerno e Saverio Piccione autori di una ammirevole colletta personale da quasi 800 euro per stampare volantini e manifesti del NO. I

Referendum: C’è anche chi non ha preso posizione

Girolamo Fazio

Girolamo Fazio

Ed in mezzo? In mezzo solo uno: l’ex sindaco Girolamo Fazio, eletto all’ARS nella lista di Forza Italia, vicino al deputato regionale e candidato in pectore della destra Nello Musumeci ma dato, da molti giornalisti, e dallo stesso sindaco della vetta Giacomo Tranchida, come possibile buon candidato per il Partito Democratico a Trapani.

Fazio, diversamente da tutti i suoi colleghi, non ha promosso alcun incontro, ne per il SI e ne per il No, e non è stato visto ad alcun incontro.

Il suo è un chiaro NI; un NI che lascia le porte aperte – domani – ad abbracciare, indifferentemente, Antonio D’Alì o Baldo Gucciardi, Forza Italia o il Partito Democratico, a seconda quale dei due risponderà positivamente al proprio desiderio di restare all’interno della “casta”, lui che politico ha sempre negato di essere e voler essere.

Potrebbero interessarti anche...