Regionali: esclusione tre candidati azzoppa Libertà voto
Le elezioni regionali siciliane sono ormai diventate una farsa, un “simulacro di democrazia”.
Tre delle otto “scelte possibili” sono state cancellate dalla “Corte d’Appello” di Palermo che le ha escluse dalla competizione elettorale. Fra esse, è importante sottolineare, le due più “anti-sistema”, “anti-liberiste” e “sovraniste”: “Noi Siciliani” con Franco Busalacchi presidente e “Casa Pound Italia” con Pierluigi Reale.
La prima – a leggere un comunicato sul sito del CLN – sarebbe dovuta al fatto che «parte delle sottoscrizioni risulterebbe priva di timbro di congiunzione dell’amministrazione comunale».
«Eppure, un diverso giudice, il Tribunale di Palermo, non ha ritenuto di escludere la mia lista provinciale di Palermo, che pure presentava le stesse imperfezioni», dichiara l’ormai ex candidato presidente Franco Busalacchi sul proprio blog “I Nuovi Vespri”.
Per la seconda lista, Casa Pound, l’esclusione sarebbe dovuta a 7 minuti di ritardo nella presentazione della lista presso il Tribunale di Trapani.
«Venendo meno la lista provinciale della circoscrizione di Trapani, per noi verrebbe meno il numero minimo di 5 circoscrizioni in cui essere presenti e dunque la possibilità di concorrere alle elezioni», spiegano sulla propria pagina Facebook.
Esclusione liste sovraniste da Regionali: commenti e proteste
Occorreva «favorire comunque la partecipazione politico-elettorale», lamenta, su “I Nuovi Vespri”, Beppe De Santis “guru” del movimento politico sicilianista.
Gli fanno eco da Casa Pound: l’esclusione è «Un atto irrispettoso verso le migliaia di siciliani che hanno sottoscritto la nostra lista e che volevano vederci lottare per i loro diritti contro gli affaristi di destra e sinistra».
Regionali: il trucco delle liste di potere
Ma la “farsa” delle elezioni “democratiche” e “regolari” era cominciata già prima.
Il Giornale di Sicilia, lo scorso 19 settembre 2017, segnalava come fosse in atto una «Corsa all’Assemblea siciliana, nell’ultima seduta della legislatura, per la formazione di nuovi gruppi parlamentari. L’obiettivo è quello di formalizzare le nuove denominazioni per farle coincidere con quelle delle liste che saranno depositate dai partiti per le regionali del 5 novembre ed essere così esentati dalla raccolta delle firme a supporto».
«Avere una rappresentanza in Parlamento, infatti, consente alle liste di non dover raccogliere le firme come invece prevede la legge», spiega la “Gazzetta Nissena” sempre del 19 settembre.
Liste quali “DiventeràBellissima” capeggiata da Nello Musumeci o “Arcipelago Sicilia” che fa capo a Fabrizio Micari,ù e poi – scrive ancora il Giornale di Sicilia – “Ap-centristi per Micari”, “Udc-Rete democratica Sicilia Vera”, non hanno dovuto raccogliere le firme per le “Liste Provinciali” grazie a questo “stratagemma”.
Nessuna Procura, però, ci risulta indaghi su questo palese inganno al senso della legge. Queste liste saranno “regolarmente” in competizione per l’Assemblea Regionale Siciliana.
Una Magistratura che, se quanto letto fosse vero, si mostrerebbe forte coi “deboli” (le liste “anti-sistema”) e cieca coi “forti” (PD, UDC e altri).
Ma la questione non è solo giudiziaria ma soprattutto “politica”. Lo scrive il quotidiano “Sicilia Informazioni” il 29 settembre: «Questi privilegi [l’esonero dalla raccolta delle firme per alcuni, NdR] non sono entrati nel dibattito della campagna elettorale, come tanti altri, ma sarebbe utile che venissero affrontati per avere un metro di giudizio un poco più avvertito sulle intenzioni dei candidati, presidenti e non».