RIFIUTI: TANTE PAROLE, POCHE IDEE, ZERO INVESTIMENTI.
TRAPANI – S’è svolta giovedì una seduta di consiglio comunale dedicata alla gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Trapani. In particolare sul potenziamento della raccolta differenziata degli stessi
, che, oltre che obbligatoria per legge, è indispensabile sia per non saturare le discariche attuali (con costi per la collettività per la realizzazione di nuove discariche) e non rendere il nostro territorio una grande pattumiera. Patrizia Lo Sciuto, di Rifiuti Zero, nel suo intervento, ha proposto, sopratutto, l’avvio di un programma di recupero dell’umido. Il sindaco Fazio non è parso interessato ad investire nel settore.
Risultati che «sono da considerarsi assolutamente insufficienti». Così li bolla Patrizia Lo Sciuto rappresentante dell’associazione Rifiuti Zero Trapani che torna a ribadire la necessità dello «avvio del porta a porta della raccolta differenziata in tutto il territorio comunale».
«Quello della raccolta stradale delle campane affiancato ad una isola ecologica e un sistema non adeguato a raggiungere il 65 % imposto dalla legge vigente», infatti, secondo Patrizia Lo Sciuto, che ha aggiunto, nell’intervento in Consiglio comuanle come «l’amministrazione comunale oggi preferisce far pagare la multa a tutti i cittadini per il non raggiungimento dei valori, circa 75.000 euro per l’anno 2010, continuare a riempire la discarica di Belvedere con una media di circa 300.000 tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziati».
Dalla Lo Sciuto giunge un’altra interessante proposta: «L’impianto di Belvedere potrebbe essere integrato in impianto di compostaggio e trattare la parte umida raccolta separatamente invece di metterla in discarica, con notevoli spese di gestione del percolato che nell’ultimo bilancio comunale ammontano, per la discarica di Belvedere, a 300.000 euro».
Alla referente di Rifiuti Zero il sindaco Mimmo Fazio ha dato la sua disponibilità al confronto ma con un sibilinno: «Ma non chiedetemi grandi investimenti in un settore ancora senza certezze».
Fazio ha fatto un po’ di conti sul punto: «Il ricavo complessivo della differenziata da parte dell’Ato è di circa 800.000 euro, perché a fronte delle tanto sbandierate percentuali, la realtà è ben diversa ed il rapporto tra quello che viene conferito nei cassonetti e quello che viene effettivamente ritirato presso le piattaforme è assolutamente penalizzante a fronte dei costi sopportati. Il nostro 16% di differenziata è quello vero».
Da parte sua il consigliere Enzo Abbruscato (PD) ha proposto «una immediata campagna di sensibilizzazione ed informazione sulla materia».
A nostro parere, quella di Abbruscato, si risolve in un inutile spreco di denaro pubblico che se da un lato alimenta le casse di studi di consulenza in comunicazione e associzioni varie alla ricerca del contributo facile per organizzare tali campagne in scuole ecc, dall’altro non si traduce in alcun risultato immediato.
Quello che serve, infatti, sono gli strumenti per, da un lato tagliare la produzione di rifiuti (esempio le bottiglie di plastica dell’acqua, invogliando i cittadini a consumare l’acqua dei rubinetti e delle fontanelle piuttosto che comprare l’acqua in bottiglia nei supermercati; altro esempio la plastica dei detersivi, invogliando gli imprenditori a realizzare corner per la vendita di quelli «alla spina» in ogni quartiere in luogo di quelli tradizionali «usa e getta»; programmare un taglio del consumo di carta negli uffici pubblici e nelle scuole comunali), dall’altro aumentare il numero delle isole ecologiche (attivando quella in centro, a fianco l’Hotel Tiziano a Piazzale Ilio, attivandone un’altra nell’area di Fontanelle), incentivando l’uso delle compostiere «private» nelle aree rurali (Fulgatore, Guarrato, Rilievo, Marausa, Salinagrande ecc).
L’esperienza, costosa e negativa di Erice (appena il 30% di raccolta differenziata, nonostante il porta a porta) dovrebbe insegnare.