Ryanair non basta: serve cultura dell’accoglienza

Partenza Ryanair

TRAPANI – La Ryanair sbarca passeggeri su passeggeri sul nostro territorio. Il pubblico fa quel che può e sa, coi suoi tempi. Ma se poi la «cultura» dell’operatore privato è impreparata ecco che poi, passato invano il «treno» giusto dello sviluppo turistico ed economico, rischiamo di ripiombare nel dimenticatoio e nella depressione. In quest’articolo riportiamo tre esempi negativi ma anche i dati del traffico Ryanair a Trapani degli ultimi 5 anni.

Uno, afferente Erice, ce lo segnala Gianfranco Marrone su «I Love Sicilia» (ne parliamo, «meritatamente», in dettaglio in altro articolo del nostro sito), un secondo caso di cattiva cultura dell’accoglienza si rileva da una recensione apparsa su TripAdvisor, sito di vacanze, e si riferisce ad una struttura ricettiva (un B&B) di Trapani, il terzo caso ce lo segnala un nostro lettore. Ma partiamo dai dati del traffico Ryanair gennaio-agosto 2010.

IL BOOM DI RYANAIR!
Recandoci sul sito dell’Assaeroporti possiamo rilevare che nel periodo da gennaio ad agosto di quest’anno sono transitati (imbarcati/sbarcati) 675.913 passeggeri da voli nazionali e 441.637 passeggeri da voli internazionali. Fanno, in totale, oltre 1.100.000 passeggeri. E’ utile un confronto cogli anni precedenti per comprendere l’incremento e il vero e proprio «boom» di cui, oggi, gode lo scalo di Trapani-Birgi.

Passeggeri Gen/Agosto 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Nazionali 267.038 204.941 306.231 246.181 471.496 675.913
Internazionali 1.459 4.421 36.752 131.911 199.830 441.637

E’ di tutta semplicità comprendere che il passeggero «pesante» sia quello «straniero» poichè quello nazionale è in molti casi un trapanese (o comunque un residente della Sicilia occidentale) che sfrutta il nostro aeroporto per le proprie escursioni turistische low cost o per raggiungere il luogo di lavoro/studio.

L’interesse, quindi, dell’operatore turistico è quello di «bloccare» sul nostro territorio il «turista straniero» per il maggior numero di giorni possibile (ed evitare che, invece, usi Trapani come «base» e si trasferisca poi ad Agrigento, Palermo, Catania, Siracusa ecc). Piu’ giorni resta a Trapani piu’ ne guadagna l’economia locale (attività ricettiva, ristorazione, attività ricreative ed indotto). Piu’ è soddisfatto il turista, piu’ torna o fa venire, colle proprie recensioni, altri turisti.

IL CASO DEL B&B. Di un B&B in pieno centro storico, a Trapani, nei pressi di via XXX Gennaio si parla su TripAdisor, e non bene: «Le stanze puzzavano pesantemente di muffa», lamenta «Mostrillo» un ex-ospite torinese su TripAdvisor. Poi il turista aggiunge: «La doccia rigorosamente sporca ed incrostata ed una strana polvere in quantità industriale sulla finestra che ci è stata data conferma dalla padrona di casa essere VELENO per scarafaggi, il cucinino come detto in precedenza sporchissimo e dotato di pentole e tazze incrostate dove a dir della proprietaria avremo dovuto fare colazione la mattina seguente». Un giudizio che non è isolato: l’87% del 24 ospiti che hanno soggiornato nell’appartamento non lo raccomandano.

«Camera sporca (sotto il letto c’era di tutto…), bagno piccolo con scarichi non funzionanti (noi siamo capitati in un bagno dove la finestra era un buco nel muro che comunicava con l’esterno)». Anche la trevigiana «LadyEve75» lamenta la propria insoddisfazione del B&B.

Da Milano fa eco «MilanoDavide75»: «una camera grande è senza finestre ed il bagno ha un soffitto basso sorretto da legno marcio..le altre camere stanno invece ai piani più alti e per arrivarci bisogna tapparsi il naso perché l’odore di muffa è veramente nauseabondo…», che poi si sofferma sul quartiere (via Giudecca-via Catito, dicevamo): «il quartiere dove si trova questo cosiddetto bed and breakfast è a dir poco squallido..i palazzi sono tutti pericolanti o quasi…sembra di stare all’indomani della II guerra mondiale..».

Anche gli ospiti stranieri esprimono chiaramente la propria disapprovazione: «En España llamamos a ese tipo de alojamiento “PENSIÓN DE MALA MUERTE”», scrive su TripAdvisor, un turista spagnolo, lamentando, anche lui, «en un barrio muy degradado» (un quartiere molto degradato).

«Concludo – scrive Paola Gabutti di Torinodicendo che a questa struttura dovrebbe essere revocata la licenza o perlomeno le autorità competenti dovrebbero intervenire per verificare le condizioni igienico sanitarie e imporre alla Signora di mettersi in regola».

Quello delle strutture ricettive piu o meno accoglienti ed idonee all’uso turistico-ricettivo è di certo uno dei problemi di Trapani, a leggere queste recensioni.

Qualcuno – chiuso l’APT non sappiamo chi – dovrebbe prendersi la briga di predisporre un «marchio» che assicuri ai turisti strutture con prezzi chiari e convenienti e strutture accoglienti, previa visita e certificazione degli standard.

LE DISAVVENTURE DI UNA TURISTA. Segnalandoci le disavventure di un’amica norvegese a Trapani, ci scrive Davide A.: «A Trapani quasi nessuno parla inglese, neanche tra coloro che lavorano nell’industria turistica. E’strano che qualcuno che di professione lavori con i turisti scriva in un inglese elementare e non capisca l’inglese parlato».

Davide ci segnala un eccesso, chiamiamolo così, di ospitalità: «Nessuno era in grado di spiegarle come affittare una bici o una barca, ma tutti sapevano vantarsi delle loro prodezze in camera da letto. C’è da dire che la tipa è decisamente brutta, ma i trapanesi sono poco schizzinosi, basta che sia una turista e che la moglie o la fidanzata non lo vengano a sapere».

Il nostro lettore, per conto della turista norvegese, segnala anche i problemi di mobilità:
«Le strade strette e piene di buche, la guida indisciplinata dei trapanesi e l’assenza di piste ciclabili rendono la passeggiata in bici gradevole come un clistere alla citronella ma molto più pericoloso».

In conclusione Davide se la prende coi commercianti («è possibile che un gelataio raddoppi il prezzo del gelato ai turisti e cerchi anche di fregarli sul resto?») e con chi dovrebbe gestire i randagi («branchi di cani e gatti randagi che mangiavano nella munnizza. Uno spettacolo che si vede solo in africa, in sudamerica e a Trapani»).

Davide assicura che «le ultime parole della norvegese sono state: Trapani potrebbe essere il paradiso, ma per come si comportano i trapanesi è diventato l’inferno». Noi condividiamo che lo sviluppo turistico improvviso ha trovato gli «imprenditori», e chi dovrebbe vigilare su di loro, impreparati ma siamo certi che non si possa fare di tutta l’erba un fascio.

FONTI:
– ASSAEROPORTI

– TRIPADVISOR, MALVAROSA

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