Il senatore Santangelo (CinqueStelle) querela il blogger Natale Salvo
Ho conosciuto Maurizio Santangelo circa 20 anni fa.
Oggi si fa chiamare senatore Vincenzo Maurizio Santangelo. Ma ieri era solo Maurizio per gli amici, Maurizio Santangelo al massimo.
Il tempo allunga i nomi, in certuni. In altri invece no. Io, oggi come allora, sono conosciuto solo come Natale. Che il mio cognome faccia Salvo lo sanno in pochi e meno ancora lo usano. A me piace così.
Ieri: un Santangelo giovane, sereno, normale
20 anni fa Maurizio Santangelo faceva l’arbitro di calcio, anzi di calcio a cinque. Era molto giovane ma aveva già la necessità di nascondere una precoce calvizie con un taglio di capelli quasi rasato.
20 anni fa io ero il presidente, e pure l’allenatore, di una piccola formazione di calcio a cinque cittadina: la Fiammaolympia. Lo sono stato per dodici anni, dal 1979 al 2000. Quanti ragazzi dei quartieri hanno vestito la maglia della Fiammaolympia! Le porte erano aperte a tutti, campioncini e … “scarpara”!
Ci incontravano spesso, io e Maurizio, sui campi di calcetto, quindi.
Maurizio arbitrava abbastanza bene, ma portava “attasso”, “iattura”, “sfortuna”. Quando era lui ad arbitrare le nostre gare, spesso perdevamo. Non ne facevo un dramma. Lo criticavo ma col sorriso sulle labbra. Non potevo andare oltre. Maurizio era un ragazzo sereno, dai modi garbati, sorridente, come urlargli la mia rabbia per quell’errore che ci aveva fatto perdere la partita?
Ricordo ancora quando, al Palailio, al palazzetto sul cui parquet anche giocavamo, il nostro laterale sinistro Ignazio R., stanco degli errori dell’arbitro, dei presunti errori almeno, lo insultò, poi si tolse la maglia e gliela scagliò in volto. Fu espulso, naturalmente. Ma Maurizio restò sereno, non calcò la mano sul referto, Ignazio se la cavò con appena tre giornate di squalifica.
Oggi: un Santangelo ricco, potente, infelice
Oggi Maurizio non è più sereno. Oggi vive con le mascelle serrate. Il sorriso è di facciata, è quello di una “maschera”, a me pare quella del “Joker”! Internamente soffre. E si vede.
I soldi, quei 11.000 euro al mese netti che la carica senatoriale gli garantisce ogni mese e che lo rendono un uomo ricco, il potere – è stato perfino capogruppo al Senato -, la visibilità mediatica gli hanno tolto la serenità. Mi dispiace per lui, veramente.
Non ha retto il peso di questo repentino e drastico cambiamento. Quel ragazzo “normale” che sognava una città “normale” non c’è più, è morto, o forse solo accantonato non lo so.
Ecco perché Santangelo e Rocca mi hanno querelato
Il senatore Vincenzo Maurizio Santangelo oggi mi ha querelato. Si è rivolto alla Giustizia per mandarmi in galera.
Il senatore Vincenzo Maurizio Santangelo si dice “offeso” e “denigrato” da un mio articolo [ECCOLO QUI]. Era un articolo che ho pubblicato sul mio blog lo scorso 30 ottobre e dove criticavo il “cambio di casacca” di Sabrina Rocca, da “comunista”, da candidata sindaco per il PD, da “fondatrice” di Sinistra Italiana a “grillina”, a possibile candidata del Movimento Cinque Stelle a Trapani.
Un “salto” inspiegabile per una che fino a pochi mesi prima criticava le politiche di Grillo! Un tradimento politico, quello della Rocca – secondo me almeno -, nei confronti dei cittadini che pensavano a lei come la “leader” della Sinistra.
Anche Sabrina Rocca, la professoressa di sinistra, mi ha querelato.
L’onorevole Sergio Tancredi (CinqueStelle mazarese) dice che ho “toccato un nervo scoperto”, sembra che in famiglia non abbiano un grande senso dello “humor”, che non abbiano gradito la mia “metafora”, la mia forte descrizione della sofferenza sentita dall’elettore di Sinistra nei confronti di chi abbia tradito la loro “fede” politica.
La “satira”, quella di Crozza, quella di Luttazzi, quella di Sabrina Guzzanti piace, ma quando tocca gli altri. Quando tocca a noi stessi non fa ridere.
Mi spiace Maurizio. Mi spiace che non avete “humor” a casa. Mi dispiace che ci siate rimasti male. Non volevo assolutamente farvi stare male. Volevo solo fare riflettere. Mi verrebbe facile scrivere “scusa” come pretendi, per chiudere la vicenda.
Ma “scusa” di che? Ho descritto un fatto vero, il repentino ed apparentemente ingiustificato “cambio di casacca” di Sabrina Rocca, ho descritto veramente cosa ho provato da elettore di sinistra. L’ho fatto alla mia maniera, aggiungendo il “pepe” della satira.
Santangelo un politico uguale a chi odiava
Tu che c’entri? Maurizio avrebbe fatto un sorriso. Il senatore Vincenzo Maurizio Santangelo invece decide di seguire la strada che hanno percorso, prima di lui, altri personaggi che vivono di politica, Girolamo Fazio e Giacomo Tranchida su tutti.
Bene Santangelo, tu allora sei come loro. Ti sei trasformato come loro. Questa sarà la tua condanna. A essere come loro, come coloro che tu odiavi, come coloro che – anche tu facendo satira forte – tu volevi fossero sommersi dalla lava dell’Etna.