SIMONTE: IL TEST ANTIDROGA VIOLA LA PRIVACY!
ERICE (TRAPANI) – Il diritto di partecipazione del cittadino così tanto strombazzato come diritto praticamente inalienabile?
Si proprio quel diritto pure previsto dallo Statuto comunale di Erice e che permette a cittadini, singoli o associati di produrre petizioni o istanze all’Amministrazione. Ad Erice è inapplicabile. Almeno quando a chiederne l’applicazione sono cittadini rompi … come Francesco Borghi. Così è, a leggere la nota del 7 dicembre 2010 con la quale il segretario comunale di Erice, dott. Giuseppe Scalisi, ha risposto ad un sollecito del cittadino.
«Questo Ente non risulta aver adottato apposito regolamento per la discipliana della procedura della petizione, regolamento che, tra l’altro, deve indicare l’organo competente all’esame delle petizioni». Questo quanto messo nero su bianco dal Comune.
C’è da rimarere allibiti ad una tal risposta. Ad una mancanza dell’Amministrazione (la stesura di un Regolamento), insomma, per il massimo dei burocrati del Comune di Erice corrisponde una perdita di diritti da parte del cittadino. Quasi a dire che se uno ruba, la colpa è del derubato.
Ma, come se non bastasse già questa non-risposta, ad una normale proposta del cittadino, condivisibile o meno, «tesa ad ottenere test anti-droga ai componenti della Giunta Municipale e del Consiglio comunale, presso il locale Ospedale S. Antonio Abate», allo stesso si indirizza la derisione e l’attacco da parte del sindaco Giacomo Tranchida e dello stesso Consiglio comunale.
Insomma ad un cittadino che si domanda perché negare una risposta ad una proposta, viene da pensare che «forse c’è chi non vuole fare il test antidroga in quanto ha qualcosa da temere o da nascondere» (parole di Borghi contenute nella sua nota dell’8 novembre 2010 indirizzata al Sindaco. «Una persona senza carica istituzionale non m’interessa se sniffa coca o altro – scrive ancora Borghi – spiace come persona umana, ma non posso condividere il politico amministratore cocainomane ed altro, nella maniera piu’ assoluta».
Alla proposta di Borghi, comunque, il Consiglio ha risposto con un interessante dibattito interno – lo scorso 25 novembre 2010 – raccolto in quasi nove pagine di verbale.
Tra gli intervenuti Ninni Simonte (che potrebbe perdere il seggio di consigliere a seguito di un’indagine della Procura che sta valutando le firme, si dice false, apposte per la presentazione della sua lista, «I Moderati») che ha sostenuto che l’eventuale consumo di droga «riguarda la sfera personale di ognuno di noi, io credo che neanche sia ammissibile una petizione di questo tipo … questo comporterebbe anche credo la privazione della privacy…».
Valeria Ciaravino (Partito Democratico) bolla quella di Borghi come petizione da «archiviare» poichè si pone solo «l’obiettivo di raggiungere scopi propagandistici per farsi compagna elettorale».
}Ma, naturalmente, la migliore (eufemismo!) risposta a Borghi, in Consiglio, la da il sindaco Tranchida: «Il giorno dopo che il Partito Socialista … prenderà posizione contro gli spacciatori … il sindaco di Erice sacrificherà, a proprie spese … basta uno? un capello per andarsi a sottoporre al test antidroga, all’anticanne, …». Che c’entra il Partito Socialista vi chiedete? Null’altro che il fatto che il Broghi è «accusato» di essere un simpatizzante socialista!!! Comìè caduto in basso il dibattito politico ad Erice!!!