SINISTRA AL LAVORO PER LE ELEZIONI
TRAPANI – Stasera ho assistito ad una riunione dei partiti del centro-sinistra trapanese. C’erano una ventina di persone, che rappresentavano, tutti assieme, sei sigle politiche. Unico assente alla riunione il PD, perché, ci spiegava il “padrone di casa”, i dirigenti di questo partito ritengono che i “tempi siano prematuri” per discutere – coi partiti minori, perché cogli altri discutono eccome – delle prossime elezioni. Argomento “principe” delle due ore di acceso dibattito: se allearsi o meno col “Terzo Polo”.
Dopo la riunione son tornato a casa ed ho domandato ad una donna quarantaseienne, laureata, insegnante, con tre TV a casa, abbonata ad un settimanale, quindi una persona sopra la media: “Cos’è il Terzo Polo”. All’inizio non mi ha saputo rispondere. Poi, andandoci per logica, comprendendo che si parlava di “politica”, ha ipotizzato che – atteso che il PDL ed il PD potessero essere i primi due poli della politica – il terzo polo fosse composto dai partiti minori e ha tirato ad indovinare che fosse composto da Rifondazione Comunista ed Italia dei Valori. A questo punto ho compreso quanto è lontana la “politica” dai cittadini. Dai loro problemi di sopravvivenza, dai loro sogni di un futuro diverso e migliore.
Ho compreso che parlare, due ore, di elezioni che “perderemo di sicuro, perché Trapani è una città di Destra”, che vota “gente come Bianco e Colbertaldo” per ragioni di clientelismo (!), ma che, “se ce la giochiamo bene, ci potrebbe portare ad ottenere qualche consigliere comunale”, purché facciamo “un’alleanza elettorale per superare lo sbarramento”, non serve a nulla, almeno non serve a nulla per me che sogno una città diversa.
Non tutti, ovviamente, han detto la stessa cosa. C’è stato chi, PierVittorio Demitry (Sinistra e Libertà) per esempio, pensa che “il centrosinistra può vincere questa volta, se riusciamo a mettere in moto le emozioni” degli elettori.
Allora a che è servita la riunione? Nicola Causi, Italia dei Valori, domandava all’inizio: “perché siamo qua”?
Il “refrain” della serata è stato: facciamo una bella “assemblea” pubblica, che ci garantisca visibilità e poi lanciamo le primarie, magari proponendo un nostro candidato (e con chi dovrebbe competere?).
Alla fine, però, dopo tanti distinguo, s’è trovato un testo comune da sottoscrivere – però da parte di cinque sigle, la sesta ci deve pensare su … -: No ad alleanze col Terzo Polo (che non è composto, spieghiamo alla nostra insegnante, da Rifondazione e Italia dei Valori, bensì dall’MPA di Raffaele Lombardo, dall’UDC di Casini e dal FLI di Fini); Sì ad aspettare (ma sino a fine gennaio, dice Sinistra & Libertà) che il PD si decida a preferire la “sinistra” (questa) al “terzo polo”; Sì a fare (forse) le “Primarie”, almeno formali. però cercando un candidato che possa attrarre voti anche fuori dalla “sinistra”.
Niente accelerazione sulle “primarie”, però. Nino Oddo (Partito Socialista) voleva i candidati alle primarie entro il 15 novembre. Non è stato accontentato.
Della “Assemblea” cittadina – come insistentemente chiesto da Sinistra & Libertà – e di “lavorare su un programma comune” – come richiesto, quest’ultimo, in particolare da Nicola Causi (Italia dei Valori) – se ne parlerà una prossima volta. Con calma, però. D’altro canto il pensiero comune è che “il programma lo deve scrivere il sindaco”, mica i partiti (ed i partiti che funzione avrebbero, allora?).
Ma, nel frattempo, lavoriamo “alle liste” che saranno almeno due, o forse tre! Perché la “sinistra” non vuole “furbi” che si inseriscono nelle liste dei propri amici e poi magari vengono eletti (vedi “cavalli di Troia”). Ognuno per sé, quindi. Anche a rischio che non scatti alcun seggio. Ma magari tutte le liste sotto un unico proprio candidato sindaco di bandiera.
Assistere alla riunione, però, non è stato inutile. Abbiamo imparato che “Sinistra & Libertà”, ad Erice, è in maggioranza, sostiene l’Amministrazione Tranchida, tanto che è rappresentata (ufficialmente) in Giunta dall’assessore arch. Angelo Catalano, loro espressione (!).
Abbiamo, pure, saputo che Aldo Marchingiglio, Rifondazione Comunista, ha presentato, un mese fa, il 15 settembre, le proprie dimissioni al sindaco Lucio Antinoro (a Favignana c’era una Giunta che andava dalla componente piu’ “nera” del PDL a Rifondazione, per l’appunto) ed è in attesa che questi decida di valutarle ed accettarle (o meno).
Insomma abbiamo le idee piu’ chiare sulle poltrone. Per le idee sul da farsi, per evitare che i nostri giovani abbandonino la Città, c’è tempo. Prima della riunione mi domandavo: come mai a queste riunioni vedo sempre le stesse facce, da almeno dieci anni. Ora lo so.