SOLO UNA TARGHETTA PER IL TITO MARRONE
TRAPANI – La Giunta della Provincia Regionale di Trapani il 20 novembre 2003, dopo l’espletamento del Concorso “Un nome per il Teatro – Auditorium Provinciale di Trapani”, deliberava di intitolare la struttura che sorge sulla Litoranea del capoluogo, all’interno del complesso universitario, al poeta e commediografo Tito Marrone (Trapani 1882 – Roma 1967), precursore del crepuscolarismo e raffinato autore teatrale.
Un’iniziativa lodevole quella dell’allora amministrazione Adamo, di dare una denominazione all’edificio e di contribuire, in qualche modo, al recupero della figura del principale scrittore della nostra provincia dello scorso secolo. Tra le 98 proposte, anonime, pervenute alla Commissione giudicatrice da parte di associazioni e di singoli cittadini, soltanto una segnalava l’illustre poeta trapanese. Di lui Trapani aveva perduto quasi ogni traccia, da molti anni, fino a quando, prima con un’inchiesta apparsa sul periodico locale «Graphiti» (Tito Marrone, poeta segreto, VEDI ARTICOLO DELL’EPOCA), nel luglio del 1992, e poi, in vari saggi e monografie (Novecento letterario trapanese. Repertorio biobibliografico degli scrittori della provincia di Trapani, 1996; Tito Marrone, Teatro, 2001; Poesia, narrativa saggistica in provincia di Trapani, 2001), tutti firmati e curati da Salvatore Mugno, il nome dell’importante scrittore era tornato a circolare in città. Gli attenti membri della Commissione giudicatrice non si fecero, perciò, sfuggire l’opportunità di risarcire, almeno in parte, la memoria del loro illustre, ma quasi obliato, concittadino.
Fin qui, questa storia potrebbe risvegliare la proverbiale “fierezza” dei Trapanesi.
Ma il seguito ci pare meno commendevole. Dalla data della delibera del 2003, per ben quasi nove anni – chissà per quali intoppi, leggerezze o incapacità -, nessuno è riuscito ad organizzare una manifestazione per l’intitolazione ufficiale (con le autorità, i membri della Commissione giudicatrice, il vincitore del Concorso e la cittadinanza) del Teatro-Auditorium in questione, magari apponendo, nei pressi dell’ingresso, un’insegna, una scritta, un’incisione, una targa degne del rilievo del personaggio e della destinazione dell’edificio.
Sabato 14 aprile 2012, finalmente, come si apprende anche dal maggiore quotidiano siciliano (QUI ARTICOLO del Giornale di Sicilia), sebbene con un articolo carente e impreciso a proposito delle modalità del Concorso e del vincitore, viene collocata una targhetta (essa è visibile anche nell’articolo appena citato), sopra il portale di accesso al Teatro: una meritoria ma, riteniamo, eccessivamente minuscola e inadatta “etichetta” (vedi foto sopra) per una costruzione di tal fatta. Un cartello del genere starebbe stretto perfino a uno dei diecimila avvocati, architetti o medici e, perfino, ragionieri commercialisti della nostra cara città.
Bisogna, nondimeno, esser grati al Kiwanis Club Elimo di Paceco e al Liceo scientifico “Vincenzo Fardella” di Trapani per aver voluto, insieme col professore Renzo Vento, che allora presiedette la Commissione giudicatrice, lanciare un segnale alla città.
Non può, tuttavia, essere taciuto che la manifestazione si è svolta in modo abbastanza grottesco e quasi “casalingo”, cioè al di fuori del rispetto di alcune regole fondamentali: nessuno dei promotori della “cerimonia” (dal sapore vagamente pirandelliano, ma anche in sintonia con i tanti atti unici e le numerose “scene” scritte, con piglio sarcastico, dallo stesso Marrone) si è, ad esempio, preoccupato di invitare alla “festicciola” il vincitore del Concorso, per avventura lo stesso professore Salvatore Mugno (QUI DELIBERA GIUNTA ADAMO), e i membri della Commissione giudicatrice, né di trascinare, per così dire anche con la forza, qualche rappresentante (politico o burocratico) della Provincia Regionale di Trapani, l’ente che a suo tempo aveva bandito la gara, per presenziare e onorare l’evento.
Né, d’altro canto, hanno sentito l’esigenza di precipitarsi, per prendervi parte e celebrare il Poeta, sindaci, candidati sindaci, consiglieri comunali vecchi e futuri, assessori alla cultura in carica o in pectore del circondario, malgrado il gran parlare che, in queste settimane di solerte campagna elettorale, si fa di cultura.
«E dire che tra essi – racconta Salvatore Mugno – qualcuno, anni fa, con la collaborazione del professore Renzo Vento, organizzò perfino un Convegno su Tito Marrone, proprio nella contigua sede del Consorzio universitario. Anche, in quel caso, gli illustri intellettuali trapanesi dimenticarono di recapitare un invito, perfino come semplice spettatore, al sottoscritto che, frattanto, aveva anche dedicato altri impegnativi volumi, saggi e articoli (sul quotidiano «La Sicilia») all’autore nostro concittadino». Tra i volumi in questione, si ricordano: Tito Marrone, poeta e commediografo trapanese tra crepuscolarismo e futurismo, 2003; Tito Marrone, Scritti di critica letteraria e teatrale, 2006; Novecento letterario trapanese. Integrazioni e approfondimenti, 2006.
Aggiunge Mugno: «Il sospetto, anzi più che un sospetto, è che, per non pochi, in questa città, che ha una spiccata vocazione per lo squallore ed è forse priva di autentico amor proprio, la sola maniera di “fare cultura” è quella di “strappare” una foto sulle pagine cittadine della stampa mettendosi in mostra con sorrisi che somigliano a rictus; e che, anziché riconoscere e valorizzare i meriti altrui, talvolta si preferisca agire come “sciacalli” della cosiddetta cultura. Gli scrittori continuano a non godere di considerazione in questo posto».