Sorpresa a Messina: il neo sindaco De Luca senza consiglieri !
Se il caso del risultato elettorale di Custonaci sembrava contraddittorio, a Messina si è andati oltre.
Come noto a chi segue le vicende elettorali, lo scorso 10 giugno il candidato Giuseppe Bica è stato eletto sindaco con appena un voto di scarto sul diretto concorrente, il medico Giuseppe Morfino.
La lista di consiglieri che sosteneva quest’ultimo, tuttavia, con 35 voti più rispetto a quella del concorrente, ha ottenuto la maggioranza dei consiglieri (7 contro 5).
Il sindaco di Custonaci, quindi, si troverà ad amministrare essendo minoranza in Consiglio cioè nel luogo deputato all’esame e all’approvazione dei Regolamenti, delle varianti urbanistiche e, soprattutto, del Bilancio.
Ma la notizia più sorprendente arrivava da Messina dove,il successivo 24 giugno, dopo il turno di ballottaggio, risultava eletto con un risultato quasi plebiscitario (47.835 voti, 65,28 %) il deputato regionale Cateno De Luca.
Le sei liste che sostenevano Cateno De Luca, tuttavia, raggiungevano percentuali tra lo 0,71% e il 4,08%. Esito: nessuna delle liste del neo sindaco che superasse lo sbarramento previsto al 5% dalla legge regionale vigente. Il neo sindaco, quindi, si troverà ad amministrare il Comune di Messina senza il sostegno di alcun consigliere comunale di riferimento.
Non meglio era andata, però, ai suoi concorrenti: solo 7 delle 29 liste presenti hanno superato lo sbarramento del 5%.
Si tratta di un risultato obiettivamente “scandaloso”: solo 49.792 elettori dei 128.008 votanti (o su 243.262 residenti nel Comune di Messina, se si preferisce un dato ancora più eclatante) hanno un proprio rappresentante in Consiglio comunale, ovvero 78.216 voti, la maggioranza, sono andati “dispersi”.
Un esito che dovrebbe fare riflettere tanto i seguaci della “moltiplicazione” di liste a sostegno dei candidati sindaci quanto il legislatore.
Che abbiano ragione i Cinque Stelle? Che sia più logica e credibile la presenza di una sola lista a sostegno di un candidato sindaco piuttosto che la pletora di candidati in una moltitudine smisurata di liste senza passato e senza futuro?
Secondo me, certamente delle due l’una: si riduca lo sbarramento al 3% (come da norma attualmente in vigore alle politiche) oppure si estenda il sistema maggioritario vigente nei Comuni sotto i 15.000 abitanti che premia non le coalizioni ma solo le due liste più votate (assegnando alla prima la maggioranza del Consiglio, alla seconda un ruolo di opposizione e controllo ed escludendo dal riparto tutte le altre).
La prima soluzione avrebbe consentito a 17 liste su 24 di superare lo sbarramento. La seconda avrebbe “regalato” alla città un quadro politico chiaro e netto.
Quale è la tua opinione? Tu per quale soluzione legislativa opteresti?
- Per il mantenimento dello “status quo” (sbarramento al 5%);
- Per la riduzione della soglia d’accesso al Consiglio (sbarramento al 3%);
- Per l’estensione a tutti i Comuni del sistema maggioritario oggi in vigore solo nei Comuni sotto i 15.000 abitanti (maggioranza alla lista e non alla coalizione più votata).