TRANCHIDA AIZZA CONTRO L’AIMERI, MA E’ SOLO PROPAGANDA
ERICE (TRAPANI) –
Ogni giorno che passa assistiamo ad un innalzamento di toni da parte del sindaco pro-tempore di Erice rag. Giacomino Tranchida. Non sempre chi alza piu’ la voce è chi ha ragione. Oggi, però, l’uomo di Fico giunge a dare, in sostanza, del «mafiosi» alla società Aimeri Ambiente srl. Un uomo, Tranchida, che ha perso il senso delle proporzioni. Un uomo, purtroppo, a cui impunemente (quali coperture?) viene concesso questo linguaggio calunnioso, un linguaggio che ci ricorda quello di Bossi quando dà dei «porci» ai romani.
«Questa Amministrazione mai pagherà “il pizzo” alla ditta Aimeri», sostiene quindi l’uomo di Fico. Quello che lui chiama calunniosamente «pizzo», peraltro, altro non è che il corrispettivo di un contratto che il Comune di Erice ha firmato. Dichiarazioni che appalesano, probabilmente, per problemi di pareggio di bilancio, un’incapacità della amministrazione ericina a far fronte ai propri impegni contrattuali. Probabilmente perché le risorse finanziarie del Comune sono state sperperate nei tanti inutili rivoli che però fanno «immagine» per il sindaco di Erice, magari in vista di una sua futura candidatura alle elezioni regionali.
Tranchida, a giustificazione della violazione dei propri obblighi contrattuali, ritorna al vecchio ritornello della «presenza di così evidenti, palesi disservizi che ogni giorno mortificano i Cittadini ericini e questa Amministrazione». Orbene, come ci ha ampiamente spiegato l’ing. Salvatore Alestra, amministratore delegato dell’ATO Terra dei Fenici, i disservizi indicati dal Tranchida («mancata diserbatura e ramazzatura»), anche se fossero veri e dimostrati, importerebbero semplicemente un’incidenza sull’1%, forse, del corrispettivo dovuto dal Comune che invece non versa all’ATO il 30% del dovuto. Corrispettivo che si forma, bene chiarirlo, col servizio di raccolta, porta a porta, dei rifiuti, con loro trasporto e selezione, col loro smaltimento in discarica.
Il perdurare della condotta del Tranchida potrà solo provocare ampi disservizi per la comunità da lui «amministrata», poichè, ovvio, se il «buco» finanziario nei confronti dell’ATO dovesse continuare ad aumentare l’ATO, prima o poi, si troverebbe nella impossibilità di pagare i fornitori (Aimeri e discariche) col rischio di un’interruzione dei servizi, come sta avvenendo nell’ATO Belice Ambiente.
Nel suo comunicato Tranchida, altresì, «sollecita l’ATO a voler chiarire, a beneficio dei comuni soci, il corrispettivo derivante dalla differenziata provvedendo alla sua distribuzione ai comuni ceditori». Altra affermazione intesa solo a fare confusione.
Altratrapani è in grado di rilevare, secondo dati provenienti dall’ATO Terra dei Fenici, i corrispettivi della raccolta differenziata, per il primo semestre 2010, ammontano appena in euro 473.011,45 che andranno suddivisi fra gli undici Comuni cui l’ATO-Aimeri rendono il servizio, in proporzione all’apporto di «rifiuti differenziati» di ciascuno.
Sempre grazie alla gentile collaborazione dell’ing. Salvatore Alestra dell’ATO Terra dei Fenici siamo a conoscenza che il Comune di Erice è appena al nono posto (fra gli undici Comuni dell’ATO TP1) per raccolta differenziata col 37,70% (dato medio del primo semestre 2010). Peggio di Erice han fatto solo Valderice (35%) e Favignana (33,17%). Dati, quelli di questi Comuni, lontanissimi da quelli, ad esempio, di Calatafimi (62,35%), Buseto (53,42%), Custonaci (51,36%), San Vito Lo Capo (50,98%). Probabilmente il sindaco di Erice s’è impegnato poco, nella propria comunità, per sollecitare i propri concittadini a una condotta piu’ rispettosa di ambiente e norme.
Tornando al discorso, alla nuova provocazione di Tranchida, attesa un così bassa raccolta differenziata, è realistico pensare che solo circa 35.000 euro sarà la quota parte spettante al Comune di Erice rispetto al complessivo introito della raccolta differenziata. Riferito ad un debito, nei confronti dell’ATO, che sembra giungere al milione di euro (il Comune di Erice paga circa 80.000-100.000 euro in meno, ogni mese, rispetto alla fattura che riceve dall’ATO) è di tutta evidenza che il prospettare questo piccolo credito è del tutto pretestuoso ed irrilevante.
Tuttavia Tranchida alza la voce, dà degli estortori di «pizzo» all’Aimeri (e pertanto anche all’ATO di cui il Comune è socio, bene ricordarlo) e la stampa di regime si limita a riportare questi insensati comunicati. La gente, che ignora i fatti, si può così convincere che l’uomo da Fico abbia pure ragione!