TRANCHIDA E MONTALTO, DUE FIGLI DEL POPOLO
ERICE (TRAPANI) – Nella vita ci vuole “fortuna”. Chi è fortunato, benché forse semplice “populista”, benché ottenga solo il 30,12% delle preferenze fra gli aventi diritto al voto, è additato come “eletto a furor di popolo”, come persona che opera nell’interesse dei “cittadini tutti”, come “paladino della legalità”. Chi è sfortunato, pur esso semplice “popolano”, benché ottenga 650 preferenza valide, numero record da quanto è stata istituita la preferenza unica (ben oltre il record precedente di Franco Mazziotta, 453 preferenze col PDL nel 2001), è additato – benchè soggetto assolutamente incensurato, per “traslazione” quindi – come “imbroglione”, “compratore di voti”.
E’ di tutta evidenza che parliamo del neo rieletto sindaco Giacomo Tranchida (PD) e del neo consigliere comunale Cettina Montalto (PDL).
A volte, è vero, la “fortuna” ce la si “costruisce” da se.
E’ vero che Cettina Montalto è compagna di Luigi Manuguerra. Ed è vero che quest’ultimo, anni addietro, parliamo di roba di circa 25 anni fa, fu inquisito per aver “barattato” il suo “interessamento” per spicciare prima dei legittimi pagamenti, da parte del Comune, a favore di fornitori o, ancora, per aver “promesso” dei posti di lavoro.
Ma è anche vero che la “responsabilità penale” è personale, e che quindi Cettina Montalto non può essere chiamata a rispondere di quello che ha “combinato”, in un lontano passato poi, il proprio attuale compagno. La Montalto, poi, di certo, ha una propria forte personalità, e, siamo certi,non si farà influenzare da alcuno e alcunchè se non dai cittadini che l’hanno votata.
Ed è anche vero che Luigi Manuguerra, per quei reati, ha pagato (caso più unico che raro) il proprio debito colla Giustizia. E non può essere chiamato a “pagare” oltre. Ed è vero, infine, che Manuguerra è diventato una sorta di “parafulmine”; che per altri politici finiti nel “vortice” giudiziario – anche per casi ben più gravi – non s’è utilizzato la stesso metro di “emarginazione” dalla politica.
Al di là delle illazioni, occorre ammettere che il duo Montalto-Manuguerra è una “macchina da voto”, che riscuote notevole affetto e credibilità nelle aree popolari e non solo (Montalto ha raccolto abbondanti preferenze in tutte le sezioni), che, probabilmente, rappresenta degnamente quell’area di popolazione più vicina alle piccole, ma concrete, esigenze materiali. Che vede nel politico una sorta di “spiccia-faccende”, di, cioè, “intermediario” fra il cittadino e la Burocrazia del Comune.
Dall’altro lato, Giacomo Tranchida, per altri versi, ha saputo organizzare anch’egli una “macchina da voto”, ha saputo coagulare – in circa 20 anni di “professionista della politica” (prima assessore e poi sindaco a Valderice, consigliere provinciale, ed ora sindaco ad Erice) – un evidente consenso (ma anche “odio”, da parte di chi non rientra nel suo “cerchio magico”). Consenso frutto di evidente lavoro politico-amministrativo, a volte, ma pure di “fumo” (vedi ripetute “inaugurazioni”, “intitolazioni”, promesse inevase di opere grandiose) ben veicolato tramite i media locali. Consenso frutto, probabilmente, anche, di incarichi professionali assegnati, pur per come consentito dalla Legge, con criteri evidentemente “macchiati” da “discrezionalità”.
Insomma Cettina Montalto, Luigi Manuguerra e Giacomo Tranchida sono personaggi simili, tutti e tre figli del medesimo “humus”, quello della “promessa” di risposta ai bisogni immediati della gente (lavoro, pulizia delle strade, illuminazione pubblica, posteggi); non per nulla nei loro programmi, o nei loro atti concreti, non parlano di “Quorum Zero”, di “Bilancio Partecipato”, di “Anagrafe degli Eletti”, di impegno “anti-clientelismo”, insomma di tutta questa roba cara ad una certa, oramai quasi estinta, sinistra “romantica”.
Loro sono concreti, e per questo ottengono il consenso. Per questo starebbero bene assieme (e lo sono già stati nel famoso brindisi alla pizzeria “Vecchia America” del 2007, VEDI TESTIMONIANZA VIDEO DI NINO MAISANO): sono tre “figli del Popolo”.
Per questo Giacomo Tranchida è sindaco e per questo Cettina Montalto, quale consigliere “anziano” – ovvero più votato -, presiederà la prima seduta di Consiglio comunale ed accoglierà il “giuramento di fedeltà” alla Legge di tutti gli altri consiglieri eletti. E tutto questo, una volta tanto, al di la della “fortuna”.