TRANCHIDA PREDICA BENE E RAZZOLA MALE
ERICE (TRAPANI) – “Da che pulpito viene la predica”, dice il vecchio adagio. Ecco, le prediche non mancano mai: quel che mancano sono i pulpiti, almeno quelli credibili.
Ilarità, ma anche rabbia, compassione e sconforto. E’ certo che, a scorrere il “Patto di rispetto e leale alleanza” che il candidato sindaco di Erice rag. Giacomino Tranchida ha fatto firmare ai candidati delle “sue” liste e che ha presentato recentemente alla stampa, viene da esprimere un bel po di sentimenti.
Da quale “pulpito”, ad esempio, viene la “predica” con la quale s’impegnano i “suoi”candidati, viene da domandarsi, infatti. E viene da domandarsi del livello della “classe politica” che il candidato sindaco propone agli elettori per la carica di consigliere comunale: gente che firma un “Patto”, senza farsi domande, senza un onesto spirito critico.
Partiamo dal punto 5 del “Patto”, predisposto dal “Movimento Erice che Vogliamo”. I candidati s’impegnerebbero, colla accettazione della candidatura, a «ricercare consenso e voti attraverso l’impiego di mezzi economici propri e/o del Movimento per Erice che Vogliamo, e in ogni caso ad essere sempre in condizione di effettuare rendiconti a mezzo dei quali documentare la provenienza degli stessi», ma anche «a non ricercare consenso attraverso voti di scambio», né, infine, «a porre in essere azioni o condotte che possano, ancorché astrattamente, dare adito ad illazioni da parte dell’opinione pubblica».
Questi impegni valgono pure per il candidato sindaco rag. Giacomo Tranchida? Nessuno a domandarsi – ad esempio – quanti «mezzi economici» sono stati impegnati dal Tranchida nelle elezioni 2007, quale la «provenienza» specifica di tali fondi (quali i nomi dei finanziatori che han versato più di una simbolica cifra di 100 euro di contributo, ad esempio), e come sono stati spesi, ovvero quale sia stato il «rendiconto» degli stessi fondi.
Tranchida chiede ai “suoi” candidati, insomma, per – in realtà – chiedere alla “suocera”, ovvero agli avversari politici, ma senza che lui, per primo, dia l’esempio. Dia le informazioni che noi domandiamo!
Parlare, poi, lui, di che qualche giorno prima le elezioni del maggio 2007 brindava assieme al “mago” Luigi Manuguerra ed alla di lui consorte Concetta Montalto, candidata in lista a sostegno dell’avversario Ignazio Sanges (PDL), in una nota pizzeria di via Conte Agostino Pepoli (la “Vecchia America” della famiglia Maisano) – qui puoi vedere la testimonianza di Nino Maisano – , di non «porre in essere azioni o condotte che possano, ancorché astrattamente, dare adito ad illazioni da parte dell’opinione pubblica» è assolutamente risibile.
Come, a nostro avviso, è risibile l’invito «a non ricercare consenso attraverso voti di scambio».
Non ci sembra che sia, almeno eticamente, corretto che si arruolino, come propri candidati-consiglieri, gente che col Comune, amministrato da Tranchida, han sottoscritto “convenzioni” onerose, dal punto di vista economico o della cessione di beni, per la stessa Amministrazione. Dalla raccolta dei cani randagi, alla gestione di palestre e campi da tennis comunali, all’organizzazione di eventi ricreativi.
Non di meno suscitano compassione i punti 4 e 6 del “Patto” predisposto dal Partito di Tranchida. Ovvero quello che impegnerebbe i “suoi” candidati a svolgere una campagna elettorale «senza attribuire fatti non veritieri agli avversari politici» e «rigettando l’uso di un linguaggio volgare od offensivo nei confronti degli avversari politici». Naturalmente chiamare, gli avversari politici, “banda bassotti” – come ha fatto lui nel corso di una seduta del Consiglio comunale – o, per quanto riporta il “Corriere Trapanese” – chiamarli “maghi, faccendieri e biscazzieri”, invece, si può. Questa è una condotta, secondo lui, che risponde ai «criteri di lealtà e probità» che lui chiede! Tutto perfettamente coerente!
Il massimo della coerenza, tuttavia, si ottiene col punto 7 del “Patto” di Tranchida. I “suoi” candidati devono firmare la dichiarazione di «non avere riportato condanne penali e di non essere a conoscenza di procedimenti penali in corso».
Una regola che vale per i suoi candidato-consiglieri e, perché no, per i suoi avversari, ma non per lui. Lui, il sindaco Tranchida, che ha in corso, dal 2007, un processo per presunta “diffamazione” nei confronti di componenti il massimo organo cittadino, il Consiglio comunale. Beh, quel reato, o presunto tale, comunque quel procedimento giudiziario, ovviamente, non conta, anzi per lui, sostiene il “Corriere”, quello è di “vanto”.
Insomma, questo “Patto” dei tranchidiani, è un documento che è certamente è condivisibile eticamente, specie nella parte che impegna i candidati a «non fare parte di associazioni “segrete”, di logge massoniche o di associazioni delle quali comunque non si possa risalire all’identità dei soci, e di non avere intenzione di farne parte nemmeno in futuro», ma che viene diffuso e richiesto proprio da chi, per primo, non avrebbe titolo per firmarlo.
Meditate, gente, meditate!
SE TRANCHIDA AVESSE FATTO PER 5 ANNI I LAVORI CHE STA FACENDO IN PROSSIMITA’ DELLE ELEZIONI, ADESSO ERICE SAREBBE UN GIARDINO; A QUESTO PROPOSITO, I CITTADINI RINGRAZIANO, SEMPRE SOTTO LE ELEZIONI, PER AVER RISOLTO IL PROBLEMA RANDAGISMO. LA GENTE NON E’ COSI’ STUPIDA COME IL SINDACO TRANCHIDA CREDE
LO SHOW DEL SINDACO TRANCHIDA E’ FINITO. IL BLIZ DEI CANI PURE; SONO RITORNATI DA DOVE ERANO PARTITI, OVVERO DA DIETRO L’UNIVERSITA’. SONO DI NUOVO TUTTI LA E PIU’ INCAZZATI CHE MAI.
Siamo a Pasqua Natale… Smettiamola di pensare al passato e PASSIAMO OLTRE (vero significato della pasqua). Secondo me potresti fare degli articoli altrettanto belli senza dover, per forza, annoiarci con le storie di Tranchida… mi devi scusare, ma ne abbiamo fin sopra i capelli.
Siamo a Pasqua Natale… Smettiamola di pensare al passato e PASSIAMO OLTRE (vero significato della pasqua). Secondo me potresti fare degli articoli altrettanto belli e interessanti senza dover, per forza, annoiarci con le storie di Tranchida… mi devi scusare, ma ne abbiamo fin sopra i capelli.