TRAPANI, CONSIGLIO: 4 ORE DI TEMPO PERSO
TRAPANI
– Era da oltre un anno che non andavamo a seguire, a Trapani, un Consiglio comunale. Stasera che era importante (si discuteva di talune modifiche allo Statuto del Comune, ovvero alla «Carta costituzionale» della Città) ci eravamo decisi a riprovare. Ma dopo quattro ore di discussioni inutili e velenose ci siamo convinti che, forse, l’unica riforma dello Statuto – ove fosse possibile – utile alla Città sarebbe quella dell’abrogazione del Consiglio comunale. 30 disoccupati in piu’, ma almeno un milione di euro di spese in meno per il contribuente. Capirete che stasera abbiamo visto di tutto e di piu’.
SI INIZIA MALE: BUCARIA CI VIETA LE FOTO. Con un provvedimento «contra personam» il presidente del Consiglio Katya Bucaria (MPA) ha dato disposizione al dipendente del Comune Aldò Virzì di vietarci di fare foto. Il provvedimento liberticida dell’avvocato Bucaria giunge, apparentemente, in maniera immotivata. Lo Statuto ed il Regolamento di Adunanza del Consiglio Comunale, infatti, prevedono espressamente che «Le sedute del Consiglio sono pubbliche» (art. 8 Regolamento), aggiungono che il pubblico deve restare «in silenzio ed astenersi da qualunque segno di approvazione o disapprovazione» (art. 10), e prevedono pure il particolare che deve «rimanere a capo scoperto». In nessuna parte precisa che ci voglia una qualche autorizzazione del Presidente per scattare foto, o che tale diritto sia limitato a «giornalisti iscritti all’albo» o rappresentanti di «testate giornalistiche registrate». Ci dispiace che chi ci rappresenta e chi dirige un Ufficio non conoscono lo Statuto ed il Regolamento e si esibiscano in questi atteggiamenti provocatori. Le foto le facciamo lo stesso!!!
L’APPELLO DI DE SANTIS. L’argomento dell’Assemblea, dicevamo, è la modifica dello Statuto. In particolare la proposta del sindaco Fazio prevede l’abolizione della figura del Difensore Civico, la previsione della «sfiducia» al presidente del Consiglio, la riduzione del numero degli assessori da 10 a 6. De Santis parte in quarta e sostiene che la figura del «Difensore Civico» sia «unico filtro contro la politica arrogante e supponente, contro l’andazzo antidemocratico dei sindaci diventati come dei podestà». Per il consigliere della maggioranza (!) «abolito il CORECO che vigilava sulla legittima degli atti, con un Segretario Comunale che non è piu’ un notaio imparziale ma è scelto dal sindaco, con dirigenti appesi ad un filo» resta solo il difensore civico a fermare il «delirio di onnipotenza». «Agli occhi del sindaco», spiega De Santis, il «difensore civico è un rompiscatole e va demolito».
«Un atto immorale» quello in discussione, per il giovane consigliere dell’MPA, cui «politici coscienziosi devono opporsi».
L’OSTRUZIONISMO DI NOLA. Si capisce subito che non ci sarà verso di deliberare alcunchè. Il consigliere Stefano Nola (UDC) chiede di rinviare la discussione poichè l’atto (lo Statuto) portato in discussione è «incompleto, manca la planimetria» del Comune. Il suo attacco viene rintuzzato dal sindaco Mommo Fazio che, con sarcasmo fuori luogo, sottolinea come «Nola non ha fatto studi giuridici». Una maniera pulita di dare dell’ignorante!
Non si comprende, all’inizio, il motivo per cui la «maggioranza» di centro-destra fa ostruzionismo contro una proposta di delibera dell’Amministrazione che dovrebbero sostenere e perchè, invece, la «minoranza» di centro-sinistra chiaramente sostiene la delibera. Poi è Fazio a sciogliere il dubbio: «se il Consiglio, Organo sovrano, lo decide – precisa – può dare esecutività immediata alla riduzione degli assessori»! Un attacco, evidende, alla «propria» maggioranza.
LO SCONTRO CAUSI-NOLA. Dopo poco si replica lo scontro Causi (IDV)-Nola (UDC). Uno scontro che va avanti da anni. Il consigliere Causi sottolinea, dapprima, le posizioni controverse all’interno di MPA ed UDC («una maggioranza unita con la colla santa o con la sputazza si direbbe in dialetto») dall’altra si scaglia contro il consigliere democristiano accusando: «Nola fa perdere solo tempo, dalle 7 alle 9 e mezza abbiamo discusso del nulla!».
Causi non si ferma e perde le staffe: «Mai sentito Nola dire una cosa nell’interesse della collettività, ma solo negli interessi suoi e dei suoi amici!». Un’accusa gravissima. De Santis fa l’avvocato difensore dell’ing. Nola «Se lei sa qualcosa lo denunci». Ninni Barbera (PDL) bonariamente tenta di far da paciere. «L’espressione di Causi – dice – era poco felice», ma invita a De Santis (che aveva richiesto che le infamanti accuse di Causi fossero trasmesse in Procura) a «non andare oltre la politica».
LO SCONTRO PALERMO-PALERMO. Nola e De Santis tentano la carta della «pregiudiziale». In due parole chiedono una «sospensione dell’esame dell’atto per approfondirlo». Alla proposta abbocca il giovane consigliere dell’UDC Franco Palermo che ha appena votato a favore del «prelievo dell’atto» (ovvero della discussione e della votazione) ed ora appoggia ai colleghi ostruzionisti. Insomma Palermo riesce a litigare con se stesso. E poi colla nostra intelligenza cercando di spiegare la propria condotta. In ultimo vistosi perso ammette di aver appoggiato Nola e De Santis non perchè condividesse la «sospensione» della discussione ma per una «alchimia». Quale? In due erano in pochi a fare ostruzionismo, dato che il regolamento prevede un minimo di tre per chiedere la votazione sulla «sospensione» lui ha solidarizzato. Franco Palermo è sprecato qua in Consiglio. Dovrebbe dedicarsi a cose piu’ complesse, chessò … giocare coi soldatini?
FAZIO SE NE VA. MA E’ PRESENTE DALL’ETERE. Fazio, che era parso stasera di buon umore e di buona volontà, si «scazza» della discussione e se ne va. Successivamente il presidente Bucaria riporterà una telefonata minacciosa del sindaco: «L’atto non si ritira!». Palermo fa retromarcia e ritira la sua «alchimia».
DE SANTIS S’INCAZZA E BUCARIA SOSPENDE IL GIOCO. Per il consigliere De Santis, allora, «l’aula è asservita da una telefonata» (di Fazio) e giunge a domandarsi se, in Aula, «Ci sono servi capaci di mortificare la propria onestà intellettuale!». Sono le 22.52. Quattro ore di discussioni incartate su «se» l’Aula può decidere di votare la «sospensione» o meno dell’argomento aperto a maggioranza (22 contro 3). Katya Bucaria, incapace di dare ordini al lavori, decide per la loro sospensione. Tutto da rifare giovedì prossimo.