Trapani, diritti negati: I Consigli di Quartiere

Trapani, 14 giugno – I Quartieri rappresentano l’unità di partecipazione minima che consente alla Politica di essere vicina ai bisogni primari dei cittadini amministrati e di coinvolgerli nel processo conoscitivo e democratico-partecipativo. I Quartieri, quindi, sono una struttura utile per creare dei cittadini consapevoli.

Nei Quartieri va costruito, a nostro avviso, un centro di incontro, di consultazione, di dibattito, di partecipazione all’amministrazione ed alla spesa pubblica.

I CONSIGLI DI QUARTIERE: COSA PREVEDE LO STATUTO

La struttura “Quartiere” è già prevista dallo Statuto Comunale di Trapani, dagli artt. 58-62, ma non è mai stata resa operativa.

E’ giunto, oggi, il momento di attuare lo Statuto, di realizzare politicamente i Quartieri, di integrare tali Organismi con la rete delle scuole, degli impianti sportivi e dei centri polivalenti d’incontro che insistono nei Quartieri e con le Associazioni che, a vario titolo, vi operano.

Secondo il testo dell’art. 58 dello Statuto comunale i Quartieri permettono di «conseguire una efficace e razionale partecipazione dei cittadini all’Amministrazione del Comune attraverso i Consigli di circoscrizione quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal Comune».

Unico neo dello Statuto comunale, creato ad arte in una delle sue ultime recenti modificazioni: le Circoscrizioni, secondo il comma 2 dell’art. 58, non possono essere più di due! Un controsenso rispetto a quanto prima enunciato! Una “svista” che, comunque, può ancora essere corretta da una nuova modifica Statutaria.

I CONSIGLI DI QUARTIERE: INCENSATI DA TANTE LEGGI

Già nel 1976, con la Legge n. 84, la Regione Siciliana legiferava su “Norme sul decentramento amministrativo”, prevedendo che «Allo scopo di promuovere la partecipazione popolare al a gestione amministrativa del a comunità locale ed in attuazione del principio di autonomia sancito dall’art. 128 della Costituzione e dall’art. 15 dello Statuto siciliano» e prevedendo la possibilità per i Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti di istituire i “Consigli di Quartiere”.

La stessa Legge 142/90, all’art. 6, aveva sottolineato come i Comuni dovessero valorizzare «le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione dei cittadini all’amministrazione locale, anche su base di quartiere o di frazione».

Sulla materia, poi, era intervenuta il Decreto Legislativo n. 268/2000 che, all’art. 17, sia che i Comuni potessero esercitare tale evenienza solo se superiori ai 100mila abitanti e sia che, in ogni caso, le Circoscrizioni (i Quartieri) non avessero, ciascuno, una popolazione inferiore ai 30mila abitanti.

La Legge Regionale n. 22/2008, ad ogni buon conto, all’art. 11, comma 1, ha chiaramente stabilito come «I Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti articolano il loro territorio per istituire le Circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio del e funzioni delegate dal Comune».

Il comma 6, dello stesso art. 11, ha giustamente precisato come «I Comuni con popolazione compresa tra 50.000 e 100.000 abitanti possono istituire Consigli circoscrizionali senza oneri di spesa a carico dei propri bilanci».

Il numero delle Circoscrizioni (Quartieri) non dovrà essere superiore a 10 per ciascun Comune «tenendo in particolare considerazione gli agglomerati extraurbani, già frazioni».

CONSIGLI DI QUARTIERE: LA SITUAZIONE A TRAPANI

Sono passati quasi sei anni dalla Legge 22/2008 ma delle Circoscrizioni (Quartieri), pur regolarmente inseriti nello Statuto comunale di Trapani, non se ne è fatto nulla.

Per passare alla parte operativa che realizzi questo diritto dei cittadini manca solo la stesura di un Regolamento, la cui approvazione è di competenza del Consiglio comunale, che stabilisca quali siano le Circoscrizioni, quali i loro confini territoriali, quali i poteri (se solo consultivi o ve ne siano anche alcuni deliberativi delegati dall’Amministrazione).

In 6 anni né Sindaci, né Consiglio sono riusciti a determinarsi su questo argomento. Anzi non hanno neanche iniziato ad affrontarlo.

Eppure l’art. 5 della Legge 22/2008 ci sembra chiaro: «I Comuni assegnano funzioni amministrative alle circoscrizioni entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge».

Forse è giunta l’ora che qualche cittadino “batta i pugni sul tavolo” del Comune di Trapani.

Tu che ne pensi? Ritieni utile un Consiglio di Quartiere, composto da 6 membri, senza gettone di presenza, che porti più vicino ai cittadini la Politica?

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