Trapani: Fermiamo chi induce e sfrutta la prostituzione

prostituzione

Seppur il titolo del post ti può sembrare poco conducente col discorso che faccio ti prego, invece, di seguire a leggere sino alla fine. Dopo ti sarà tutto chiaro.

«Gli elettori hanno premiato straordinariamente le formazioni politiche che hanno espresso le posizioni di più radicale contestazione, di vera e propria rottura, rispetto al passato».

«La contestazione è scaturita da forti motivi sociali, disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti ed arretramenti nella condizione di vasti ceti comprendenti famiglie del popolo e la classe media».

«In modo particolare, … sono stati condannati in blocco, anche per i troppi esempi da essi dati di clientelismo e corruzione, i circoli dirigenti e i gruppi da tempo stancamente governanti in quelle regioni [N.d.R.: si riferisce al sud]».

Non sono parole mie. Ma le condivido in pieno.

Sono quelle di Giorgio Napolitano e sono state pronunciate lo scorso 23 marzo nel suo discorso d’insediamento del nuovo Senato della Repubblica e che possono, integralmente, essere riascoltate su YouTube (1) (sono appena 5 minuti).

Napolitano – è giusto precisarlo – non lo stimo per nulla, per il ruolo svolto oltre le righe durante l’incarico presidenziale e per la correità nei governi che ora contesta.

Tuttavia apprezzo questa assunzione, sia pure indiretta, di responsabilità.

Apprezzo il richiamo contro «clientelismo e corruzione» che, come ammette lui, pervade i «governanti» (amministrazioni locali tanto del Partito Democratico quanto di Forza Italia) dei Comuni (non solo ma anche e soprattutto) del sud.

Fattori questi che ingenerano, lo dice sempre l’ex presidente, «ingiustizie».

Il clientelismo ingenera la prostituzione dei nostri figli

Io credo che al centro del messaggio politico e programmatico di chi vuole mettersi al governo dei nostri territori vada messo, prioritariamente, la lotta a «clientelismo e corruzione».

Si tratta di fattori, si diceva, che ingenerano «ingiustizie» tra il «vassallo» che riceve il «favore» e chi non volendo essere vassallo di alcuno è tagliato fuori dalle opportunità; tra chi, con la corruzione, ottiene un beneficio (l’assegnazione di un appalto, di un capannone nella zona industriale o altro) e chi operando lecitamente ne rimane escluso.

Ma, anche, drenano risorse economiche che, altrimenti, potrebbero essere destinate a favore di chi più ne ha bisogno (i tanti poveri che vivono nei quartieri emarginati delle città, ad esempio) e, comunque, del «Bene Comune».

Il mio voto, nelle prossime elezioni amministrative, sarà concesso solo a chi assicurerà, prioritariamente, garanzie contro ogni forma di «clientelismo» (cessando o regolamentando l’attuale triste sistema degli incarichi «fiduciari» [vedi ad esempio il famoso caso del webmaster], degli stage «ad personam» [leggi il mio post del 5 ottobre 2013 in proposito], delle assunzioni «interinali», dei lavori di «somma urgenza» assegnati direttamente).

Il governo «degli amici», delle cricche, deve finire.

Io non ce l’ho con le «prostitute», con quelle, o quelli, che per bisogno di lavoro o di un servizio si vendono.

Io ce l’ho con chi induce e sfrutta la «prostituzione» intellettuale dei concittadini.

I nostri figli migliori, quelli che non si piegano alla «cultura del favore» , quelli che non «prostituiscono» il proprio voto, sono costretti ad emigrare al nord o all’estero alla ricerca di quella «meritocrazia» che possa dare loro una vita di Dignità.

Veramente vogliamo che qui restino solo vecchi, «prostituti» e incapaci?

Potrebbero interessarti anche...