Trapani: Il canale navigabile nord-sud non solo un ardito sogno?
Trapani, 14 febbraio 2015 – Un paio di mesi fa, in occasione della conferenza sulla mobilità promossa dal Movimento Consumatori, il senatore Antonio d’Alì, intervenendo nel dibattito, aveva accennato ad una ipotesi di “taglio” della Città, alla realizzazione di un canale navigabile all’altezza della via Spalti, per consentire un collegamento fra i litorali nord e sud di Trapani.
Ai più l’idea era apparsa … molto fantasiosa, ardita, quasi pazzesca.
Però, vagando sul web, si va a finire su un bando proprio del Comune di Trapani, datato 2010, a noi, per la verità, all’epoca, sfuggito, che proprio titola: “Concorso di idee per il collegamento tra i litorali nord e sud del centro storico“. In poche battute, l’Amministrazione comunale aveva messo a disposizione di “montepremi” di 34 mila euro a favore di studi tecnico-professionali che proponessero la realizzazione di questo “sogno”. Nel bando si avvisava come «I progetti dovranno tener conto di una spesa indicativa di 10 milioni di euro».
Fra le 15 “idee progettuali” all’epoca presentate, spicca – benché non fra quelle premiate – quella del gruppo di progettazione guidato dall’architetto e già presidente del Rotary Trapani, Giampiero Muscemi, e composto, anche, Arch. Pier Girolamo De Vita, Ing. Rocco Ricevuto, Arch. Paloma Damiano.
Sul sito web dell’architetto Musmeci, quindi, abbiamo ritrovato proprio il progetto per la fattibilità della riapertura della “via d’acqua” che nel passato collegava il due litorali della Città.
Il progetto del “gruppo di lavoro” auspica, per Trapani, «un ritorno alla forma urbis cinquecentesca, come segno forte di involvere verso una “Città della Cultura” che rinsaldi le armature culturali del territorio», quando la Città, in sostanza, finiva proprio al Castello di Terra (quel che ne resta è dietro la Questura di Trapani).
Altro obiettivo strategico del progetto era quello di proporre un «sistema di nuovi ingressi alla Città, e rilancio del trasporto d’acqua per decongestionare il traffico veicolare e migliorare la qualità dell’ambiente urbano». Insomma l’idea della «multi mobilità della mobilità urbana» veniva “estremizzata” andando ben oltre i comuni auto, bus, bici, taxi e giungendo sino al mezzo imbarcazione.
Il progetto, ad avviso dei proponenti, poteva offrire «positive ricadute economiche in termini di potenziamento dell’offerta turistica e valorizzazione immobiliare del Centro Storico».
Nel dettaglio, il canale navigabile, oggi via Spalti, sarebbe stato solcato da «battelli ecologici ad alimentazione elettrica e capacità fino a 20 passeggeri per il collegamento, a frequenza regolare, attraverso le “stazioni” dislocate lungo i litorali Nord e Sud» (una sorta di “sea-bus”, bus d’acqua).
Il progetto si completava naturalmente col «ripristino dei vecchi canali navigabili delle saline dalla Zona dell’autoparco sino al canale di Mezzo», la «sistemazione dell’autoparco comunale a nuovo nodo intermodale attraverso la realizzazione di un porto d’imbarco», la realizzazione di «alcuni ponti carrabili-pedonali sul canale navigabile di via Spalti», la «realizzazione di un giardino urbano e di un parcheggio multipiano sotterraneo nell’area dell’attuale Piazza Vittorio».
Il disegno fantasioso, ardito, “pazzo” del senatore Antonio d’Alì , in sostanza, è già su carta, anzi, dal 2010, nei cassetti del Comune di Trapani. Ci sarà chi lo uscirà da questi cassetti?