TRAPANI: SERVONO ALTRI VETTORI AEREI

Gianluca Sciacchitano

Gianluca Sciacchitano

TRAPANI – Negli articoli precedenti abbiamo analizzato come sia possibile creare una prospettiva di sviluppo turistico a medio-lungo termine attraverso una programmazione ragionata e consapevole dello sviluppo stesso. Successivamente abbiamo focalizzato l’attenzione sul primo punto del piano di sviluppo che verteva sulla ricerca dei turisti dando qualche esempio di come le amministrazioni potessero “vendere” il prodotto Trapani in giro per il mondo a costi contenuti sfruttando appunto le potenzialità offerte da internet.

Anche in questo articolo è d’obbligo la premessa di incompletezza dei ragionamenti. Significa che tutti i ragionamenti fatti in questo articolo sono perfettibili (anzi, mi auspico che siano lo spunto per intavolare un dibattito completo e complesso, magari coinvolgendo gli operatori del settore). Inoltre, tutti i ragionamenti qui esposti si basano sulle notizie che, nel momento in cui scrivo, sono in mio possesso (vere o presunte che siano).

Fatta questa doverosa premessa, che derubrica questo articolo da “oro colato” a “personale ragionamento” vado ad analizzare il punto 2 del piano turistico “Agevolazione nel raggiungere la provincia”. Abbiamo 4 vettori che possono portare i turisti sul territorio della provincia: 1)Vettori autostradali, 2)Vettori Ferroviari, 3)Vettori Aerei, 4)Vettori Marittimi.

A colpo d’occhio possiamo già vedere che mentre i vettori 3-4 sono operativi e funzionanti (ovviamente con i giusti potenziamenti necessari), riguardo ai vettori 1-2 abbiamo delle criticità purtroppo di difficile soluzione (in quanto non di pertinenza degli enti provinciali o comunali). Non potendo agire sui primi 2 punti bisogna allora concentrarsi sugli ultimi 2.

Riguardo al punto 3, come ripetutamente suggerito da più parti e da più osservatori, sarebbe utile stringere accordi di partnership con ulteriori vettori aerei considerando la spesa necessaria per “comprare” la loro presenza sul territorio (come fatto per Ryanair) un investimento che nel lungo termine potrebbe perfino diventare uno strumento di contrattazione con le stesse compagnie.

Infatti, allo stato attuale (ma questo credo lo sappiano tutti) siamo sotto il costante e potenziale ricatto di Ryanair
che, se da un lato ci ha portato uno sviluppo inimmaginabile (in cambio, ovviamente di lauti guadagni), dall’altro ha reso l’economia della città troppo vulnerabile ad eventuali richieste o ritorsioni da parte del vettore irlandese. Tutti ancora ricordano, in maniera troppo vivida, come Ryanair minacciò di sospendere i voli italiani durante l’alterco con ENAC. E tutti ricordano come rischiammo di devastare un’economia nascente causando enormi danni economici ai cittadini che sul turismo avevano investito anche i risparmi di tutta una vita. Allo stato attuale ci troviamo in una condizione in cui, schioccando le dita, O’Leary potrebbe far seccare quel bocciolo di industria turistica che sta fiorendo.

Trovare ulteriori vettori darebbe alla provincia una “exit strategy” nel caso in cui dovesse uscire di scena uno dei 2 (o 3 o 4) operatori
e, dall’altra parte, creerebbe una sorta di concorrenza sia tra vettori-Airgest, sia tra vettori-utenti. Significa che i vettori potrebbero fare la gara fra di loro a chi offre le condizioni migliori all’Airgest, e contemporaneamente, si farebbero concorrenza per offrire tratte a prezzi concorrenziali agli utenti.

Riguardo al punto 4 (vettori marittimi), credo che i complimenti vadano fatti innanzitutto alle agenzie marittime di Trapani e, pur in mezzo a decine di polemiche, alla Trident Group che più di tutte ha lavorato per portare a Trapani questo turismo che viene dal mare. Vero è che ancora oggi non sono chiarissimi i limiti e le competenze che la Trident (Panfalone) esercita sul porto. Vero è che siamo in un mercato libero dove la concorrenza più forte scaccia la concorrenza più piccola. Vero è che la Panfalone non fa beneficienza e sui turisti che porta a Trapani ha il suo bel guadagno. Vero è che il turista da crociera (che dorme e mangia a bordo) spende molto meno rispetto al turista che arriva con l’aereo. Però è sempre un movimento di denaro che arriva da Civitavecchia (ad esempio) e confluisce presso le strutture ed i negozi del porto e del centro storico. Dalle tasche dei proprietari di questi negozi poi, i soldi, si diffondo portando benessere in tutta la città.

Sarebbe bene potenziare quindi questo tipo di turismo.
Qualche esempio su 2 piedi? Si parla tanto di quale destinazione dare allo “schifazzo”? Bene, si potrebbero ri-creare una piccola flotta di “schifazzi” fatti dai nostri artigiani maestri d’ascia (ne esistono ancora?) per traghettare i turisti fino al porto dove poi troverebbero gli autobus o gli altri mezzi per recarsi in visita alla provincia. Questo è quello che intendo quando parlo di “appeal” turistico.
Oppure affiancare ai soliti autobus, qualche carretto siciliano trainato da cavalli affittati dai maneggi. “Appeal turistico” ed esperienze uniche per i nostri ospiti.

Sono solo idee che, con la discussione di più operatori contemporaneamente potrebbero trovare uno sbocco all’interno del settore turistico della città volto sempre al potenziamento dello stesso. Perché più turismo significa più necessità di servizi. Più necessità di servizi significa più potenzialità per nuove attività commerciali. Più lavoro, più soldi, più benessere.

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