Trapani, si torna a parlare di Sciascia e Mafia dell’Antimafia
Trapani, 16 maggio 2015 – Sicuramente qualche spunto di riflessione interessante è venuto dalla Conferenza “I professionisti dell’Antimafia, fra impegno civile e crisi etica”, promosso dalla Destra trapanese lo scorso giovedì 14 maggio e svoltosi presso la oramai consueta sede di Palazzo d’Alì.
Davanti al deputato regionale on. Nello Musumeci, all’ex deputato Livio Marrocco, ai sindaci di Custonaci, Bica, e Castelvetrano, Errante, all’ex presidente provinciale del MSI Venza, agli ex consiglieri comunali Barbara, Li Causi e diversi altri noti e meno noti personaggi della Destra “nobile” e sociale trapanese ha relazionato il sociologo dott. Riccardo Pellegrino.
Atteso che la ritengo interessante ed attuale desidero condividerla con i frequentatori di questo Blog.
«Qualche ventennio fa di mafia – ha aperto Pellegrino – si parlava sottovoce, rari i dibattiti pubblici e nelle sentenze neanche si pronunciava la parola. Poi le stragi ed il nemico era, per tutti, la mafia».
«Nascono associazioni contro le mafie, fondazioni, associazioni antiracket, consorzi, ecc. Poi, ecco che neanche tanto all’improvviso qualcosa si rompe e qualcuno parla addirittura di “mafia dell’antimafia” ed il nemico diventa un altro, ovvero tutti coloro che approfittando di un’aureola di legalità, forti della posizione acquisita, del credito che si pensa di avere nelle istituzioni, cercano di fare affari con la cosiddetta antimafia sociale. Nascono, quindi, i professionisti dell’antimafia».
«Il caso più eclatante di qualche mese addietro – ricorda il sociologo – e che sembrerebbe coinvolgere l’ex presidente della Camera di Commercio di Palermo, conferma che intorno alla cosiddetta antimafia sociale si sta muovendo un mondo di “professionisti”, faccendieri ed affaristi, che approfittando delle loro posizioni, fanno affari, per estorcere tangenti, per ottenere finanziamenti pubblici i cui rendiconti sono di difficile decifrazione».
Pellegrino non può, quindi, che riprendere i vecchi discorsi che servono a rafforzare la sua tesi: «È ormai arcinota la questione sollevata da Leonardo Sciascia intorno ai “professionisti dell’antimafia».
«E che Sciascia guardasse molto più avanti – prosegue Riccardo Pellegrino – lo si capì già nel 1987, quando la vedova di Giangiacomo Ciaccio Montalto (il magistrato ucciso dalla mafia qui a Trapani il 25 gennaio del 1983) sull’argomento manifestava un certo disappunto, inviando al quotidiano “La Repubblica” una infuocata lettera, che si concludeva così: «[…] Carrieristi di tutte le professioni unitevi: se la mafia non ci fosse, bisognerebbe inventarla […]».
«Le recenti inchieste sulla “Mafia Capitale” – prosegue il relatore – stanno dimostrando che in Italia molte emergenze – da quella del terremoto del Belice (notte tra il 14 e 15 gennaio 1968) a quella del terremoto dell’Irpinia (23 novembre 1980), dall’emergenza terremoto dell’Aquila (6 aprile 2009) a quella degli immigrati, da quella dei profughi a quella dei cittadini Rom, dall’emergenza legata ai bisogni dei detenuti a quella delle case popolari – hanno rappresentato troppo spesso un’occasione di speculazione, di sfruttamento e di profitto».
Da qui le conclusioni sono … “leste e pronte”: «Per cui, ragionando di questo passo, non mi meraviglierei affatto se un bel giorno, insieme a tutte queste emergenze, sfruttate da personaggi messi a capo di attività che godono di un’aurea di nobiltà e proprio per questo intoccabili e insospettabili, ci trovassimo a scoprire che qualcuno facesse affari anche sulla più grande delle emergenze del nostro Paese» … la mafia!
La relazione completa del Dott. Riccardo Pellegrino è scaricabile appresso: [attachments template=small include=”5396″]