Trapani, Si Vota: Ecco tre idee di cui abbiamo bisogno

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Mancano due mesi dal voto per la nuova Amministrazione comunale di Trapani. Una città che viene da due giunte «tecniche» (Damiano e Messineo), ovvero senza un progetto «politico».

Una situzione che ha lasciato lo sviluppo della città immobile, tanto da giungere a «rimpiangere» Lui, il sindaco loro precedente. Ma Lui è impegnato in ben altri Palazzi, al momento.

A due mesi dal voto, non sappiamo ancora, definitivamente, chi saranno i candidati sindaco. Men che meno sappiamo i progetti «politici» che questi hanno per Trapani. Se ne hanno.

E noi, cittadini di Trapani, sappiamo di cosa ha bisogno la nostra città?

Qualcuno è certo che abbiam bisogno che si smonti la struttura del teatro all’aperto di Villa Margherita perchè danneggerebbe «l’originale prospettiva del giardino, così alterandone il decoro» (Trapani Oggi, 1).

Gli stessi sostengono che bisogna salvare la città dall’abbattimento di alcuni esemplari di eritrine, poiché trattasi di «veri monumenti che arricchiscono la città» (Repubblica, 2).

Tutte cose da non trascurare, anzi importanti.

La città si sviluppa attorno alla Comunità

Personalmente penso, tuttavia, che Trapani, prima di tutto, abbia bisogno di una Comunità.

Per taluni, la Comunità è quella che si stringe attorno alla maglietta color granata del Trapani Calcio. O quella che si aggrega attorno ai gruppi della processione dei Misteri. O quella dei Comitati spontanei che si creano attorno a Eritrine o al decoro della Villa.

Questo è vero ma anche insufficiente.

La verità è che la Comunità nel capoluogo è assolutamente disgregata. L’eccessivo individualismo la fa’ da padrone, con i risultati negativi che un po’ tutti poi contestiamo.

Penso che ricreare un senso di Comunità sia il primo indispensabile passo di un percorso per rendere Trapani città accogliente tanto per i turisti quanto per i suoi numerosi figli che invece l’abbandonano in cerca di una speranza di vita migliore al nord o all’estero.

Tre idee su come creare la Comunità

Non ho la qualifica idonea a dare una ricetta completa. Penso, però, che qualche idea sono in grado di proporla.

Penso, ad esempio, che vanno incrementati i momenti d’incontro tra cittadini.

Per fare questo credo indispensabile offrire un luogo di dibattito, un’Agorà, aperto a tutti.

Le sale della Biblioteca Fardelliana, nei fatti pure poco idonee, sono state sostanzialmente chiuse dall’imposizione di un assurdo balzello da parte della gestione del mal consigliato sindaco Vito Damiano (NataleSalvo.it, 3).

Potrebbe esserlo il Chiostro di San Domenico. Ma ancora la struttura è incompleta e non ne risulta affidata la gestione della parte «agibile».

Le piazze. Trapani è una città che non ha una «piazza» vera, solo dei grandi «parcheggi».

Eppure non occorrerebbe molto per trasformare i «parcheggi» di piazza Scarlatti, piazza Sant’Agostino, piazza Nicolodi (rione Palma), piazzetta Abbeveratoio dell’Annunziata (NataleSalvo.it, 4) o la stessa disatrata piazza senatore Grammatico del rione Cappuccinelli in luoghi d’aggregazione, di spettacolo all’aperto, di dibattito.

Basterebbe impedire la sosta dei mezzi, pur mantenendo la possibilità di attraversamento veicolare ove indispensabile, valorizzare le aree con idonea pavimentazione, piantumazione a verde, arredo urbano (panchine, fontane, statue, illuminazione) per ottenere il risultato desiderato.

Infine servirebbe investire sui «Centri territoriali d’incontro» ovvero sui “Centri Civici” (NataleSalvo,it, 5). Si tratta di quei luoghi, quelle «riserve per vecchi», più comunemente conosciuti come «Centri Anziani».

Occorrerebbe, invece, assegnare loro delle risorse finanziarie, arricchirle di servizi, anche rivolti all’accoglienza di famiglie e giovani (cineforum, proiezione eventi sportivi, ludoteche, doposcuola, interne point, corsi di ballo o di cucina o di cucito, ecc …), assicurare in loco dei punti d’incontro fissi tra Amministrazione e cittadini per creare dei Centri intergenerazionali che trasformerebbero le «riserve dei vecchi» in luoghi di vita e di scambio culturale.

Io penso che si dovrebbe iniziare da qui. Semplicemente.

Poi tutto sarebbe più facile.

Sono un sognatore, sono un anormale, o qualcun altro la pensa come me?

FONTI:

TrapaniOggi, 22 febbraio 2018

Repubblica, 6 aprile 2017

NataleSalvo.it, 15 maggio 2016

NataleSalvo.it, 3 giugno 2015

NataleSalvo.it, 7 giugno 2016

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