Trasparenza: Trapani ed Erice senza Bussola

ERICE ( TRAPANI ), 6 OTT – All’ultimo posto per trasparenza. La bocciatura per i siti internet relativi ai Comuni di Trapani ed Erice sembra senza appello.

A decretarla non un denigratore qualsiasi, bensì proprio il Governo Italiano – Ministero della Pubblica Amministrazione che ha realizzato una “bussola della trasparenza” con la quale “misura” il livello di informazioni erogate dai siti internet [QUI IL GIUDIZIO SUL COMUNE DI ERICE].

Secondo il Ministero, né Erice, né Trapani, rispettano alcuno dei 65 parametri stabiliti.

In particolare, dallo scorso 14 marzo, e sono passati sei mesi già, è entrato in vigore il D. Lgs. 33 [QUI IL TESTO DI LEGGE] che prevede il «Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni» e, in sostanza, la pubblicazione sui siti istituzionali di tutta una serie di dati con la finalità, evidente, di informare il cittadino dell’attività degli amministratori, anche in chiave anti-corruzione.

In realtà, taluni, non tutti, dei dati richiesti dalla Legge 33, risultano, stamani, pubblicati sul sito del Comune di Erice. Probabilmente si tratta di un caso di mancato aggiornamento del sito del Ministero (!) o, di un errore di programmazione delle pagine del sito che potrebbe non essere strutturato proprio secondo gli standard ministeriali.

Questo secondo caso sarebbe grave, dato che il Comune spende ben 1.143,27 euro al mese [SCARICA QUI LA DELIBERA D’INCARICO] per mantenere un contratto con un “esperto”, il dott. Paolo Salone, che, fra l’altro, cura la “revisione del sito web istituzionale”, certamente nel senso di renderlo tanto tecnicamente accessibile quanto rispettoso delle norme di legge sui contenuti.

Perché un Sito in Joomla, che è un CMS, ovvero un Software, gratuito, lo sappiamo fare tutti, senza far pagare al Comune 13.719 euro all’anno!!!

Ma cosa non si trova, realmente, di quello che prevede la legge 33, sul sito del Comune? Ad Erice, ad esempio manca il “Programma per la trasparenza e l’integrità” (previsto dall’art. 10 del D. Lgs. 33), nella sezione “Beni immobili” manca l’elenco degli immobili per i quali l’Ente paga un affitto, manca la “carta dei servizi erogati e gli standard di qualità previsti”, manca il dato dell’IBAN per i pagamenti informatici e manca “l’indicatore della tempestività dei pagamenti”, mancano tanti altri dati.

Ma quello che fa più sorridere è che manca, almeno non è pubblicato il suo nome nell’apposita area, il nome delresponsabile per la trasparenza”, non è indicata la mail o il fax per contattarlo! Insomma il nome del funzionario a cui il cittadino deve rivolgersi per chiedere la pubblicazione dei dati mancati e le modalità per contattarlo.

Dicevamo, però, poco su, che i dati del Ministero sono da prendere “con le pinze”. Marsala, ad esempio, è indicata come Comune “trasparente” poiché rispecchierebbe 64 dei 65 parametri! Salvo poi a scoprire, appena si clicca il link che le pagine siano “in allestimento”, insomma i dati manchino del tutto.

E’ il caso, ad esempio, della “Sezione relativa ai canoni di locazione”. Altri dati, pur presenti, sono vecchissimi: il valore della retribuzione dei dirigenti, a Marsala, risale al 2009, ovvero a 4 anni fa: [VEDI QUI], come gli atti di concessione di contributi e sussidi si fermano all’anno scorso [VEDI QUI].

Insomma la “bussola della trasparenza”, ha il suo valore certo, ma solo quando l’Amministrazione collabora seriamente e c’è la volontà di ossequiare la Legge e dare informazioni ai cittadini.

E non si capisce perché, invece, c’è sempre l’impressione che la parola Amministrazione Comunale non si coniughi con la parola trasparenza.

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