Un museo per non dimenticare l’arte dell’intreccio

SAN VITO LO CAPO (TRAPANI) – La Riserva dello Zingaro, un pezzo di costa che da San Vito Lo Capo arriva a Scopello, diventa protagonista di un’iniziativa volta a recuperare e promuovere arti e mestieri che hanno fatto la storia di questo territorio.

In questa oasi naturale di estrema bellezza paesaggistica che si estende per circa 1650 ettari e gestita dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, un’antica casa restaurata coi fondi comunitari si trasforma in spazio museale.

È così che nasce il museo dell’intreccio grazie all’impegno e alla volontà di Valeria Restuccia, direttrice della Riserva dello Zingaro.

Esso si compone di due stanze che accolgono creazioni di oggetti e manufatti di vita quotidiana.

Nella prima stanza sono esposti “zimmili“, “cannistra“, “coffe” e pezzi ornamentali realizzati secondo gli antichi metodi dell’intreccio.

Caterina Mollica, esperta guida della Riserva che da decenni segue la scuola d’intreccio allo Zingaro, afferma: “Non vogliamo far perdere la memoria e la tradizione. Ecco perché continuiamo la scuola dove gli anziani insegnano ai giovani l’arte dell’intreccio con le fibre vegetali presenti nel territorio”.

Il museo dell’intreccio diventa così testimonianza materiale e immateriale dell’umanità e del suo ambiente; li acquisisce, li conserva, li comunica e, soprattutto, li espone a fini di studio, educazione e diletto.

FONTE: Tiziana Scalici per BLOGLIVE

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