Via gli immigrati, che fare del CARA?
Trapani, 4 ottobre 2014 – Il Comune di Trapani incassava, dal Ministero dell’Interno, 17.000 euro al mese (204.000 mila annui) di affitto dalla struttura di sua proprietà a Salinagrande adibita a “centro di identificazione per i richiedenti asilo” (C.A.R.A.).
Ora il Centro chiude. Lo ha comunicato il prefetto di Trapani Leopoldo Falco, lo scorso 29 agosto.
Un centro che aveva suscitato in una frangia della popolazione, per la sua presenza, polemiche, proteste per presunti disturbi e danni arrecati alla “popolazione indigena” della frazione.
Popolazione, di Salinagrande e dell’intera Città di Trapani, che, ora, però, dovrà fare i conti col nuovo buco di bilancio del Comune al quale, per l’appunto, mancheranno 204.000 euro di entrate.
La domanda, immediata, comunque, ora è: che fare della struttura?
La domanda se l’è posta anche il consigliere comunale Domenico Ferrante e l’ha girata, lo scorso 18 settembre, al sindaco Vito Damiano in un’interrogazione: «E’ stata inoltrata al Comune di Trapani lettera di preavviso per la cessazione del contratto d’affitto dei locali siti in Salinagrande, alla scadenza del preavviso (28 febbraio 2015), l’immobile che dal 2005 ad oggi ha ospitato il CARA tornerà fra gli immobili a disposizione del Comune di Trapani: quali sono i programmi ed i progetti che questa Amministrazione ha intenzione di intraprendere per il futuro dell’immobile ricadente nella frazione di Salinagrande?».
Ferrante non ha saputo o voluto proporre – nell’interrogazione – una soluzione, di valenza sociale od economica (vendere l’immobile?), per la destinazione dell’immobile. Ci riuscirà il sindaco Vito Damiano?