Ho vinto la mia battaglia per una giusta bolletta dell’acqua!
Sono passati sei anni dal mio reclamo (!), ma la mia battaglia con l’ufficio acquedotto del Comune di Trapani è stata infine vinta: ho pagato quanto giusto che fosse e non quanto mi aveva richiesto l’Ufficio acquedotto in un primo tempo.
Non si tratta solo di un risparmio, quindi non si trattava di una questione di soldi – ho pagato circa 130 euro in meno in riferimento alla bolletta del servizio idrico di competenza anno 2008 – ma di una questione di principio, di una questione di legittimità.
In definitiva, in quegli anni – siamo durante la gestione Fazio – il Comune di Trapani reclamava ai cittadini una somma evidentemente erronea se oggi è stato accolto il mio reclamo.
Io, diversamente da molti, tuttavia, l’avevo contestata per iscritto nei termini di Regolamento – entro il termine della scadenza indicata in bolletta, cioè -.
La bolletta del servizio idrico: le mie ragioni
Nel dettaglio, nel mio reclamo [scarica qui il reclamo integrale al servizio idrico] sostenevo come «l’addebito fosse stato calcolato su consumi “in abbonamento” – nello specifico allora 166 metri cubi – e non sui consumi effettivi».
La pretesa dell’Ufficio Acquedotto del Comune di Trapani traeva forza dal vecchio Regolamento del servizio idrico approvato con delibera del Consiglio comunale n. 74 del 27 dicembre 1956, che prevedeva come «le concessioni di acqua sono fatte in abbonamento … [nella misura di] 300 litri giornalieri».
Questo consumo minimo obbligatorio (“abbonamento”), in maniera poco chiara e credo neanche a tal scopo opportunamente modificando, come ritengo dovuto, il Regolamento comunale, era nel tempo salito dai 300 litri giornalieri [ovvero 109,5 metri cubi annui] a 144 metri cubi annui e, appunto, nel 2008, a 166 metri cubi.
La pretesa del Comune di Trapani, tuttavia, non teneva neanche conto che in data 29 gennaio 2007, con delibera del Consiglio comunale n. 10, era stato modificato il Regolamento [qui il vigente Regolamento del Servizio Idrico – edizione 2007] per il servizio idrico con la soppressione degli addebiti “in abbonamento” a favore di quelli sui soli consumi effettivi.
Nel reclamo, pertanto, chiedevo di pagare i consumi (peraltro calcolati in maniera “presunta” secondo l’art. 44 del nuovo regolamento, dato che il contatore risultava illeggibile) per 68 metri cubi e non secondo i reclamati 166.
Lo scorso 7 novembre 2016 – a sei anni esatti dal reclamo presentato il 17 novembre 2010, e dopo un nuovo sollecito via email – il dirigente del VI settore Servizio idrico ing. Eugenio Sardo e il responsabile del servizio Ignazio Gammicchia mi hanno dato ragione e trasmesso tanto una “nota di credito” di 130,65 euro quanto la nuova bolletta che, finalmente, ho potuto saldare [qui la risposta dell’Ufficio Idrico al mio reclamo].
Le bollette errate del servizio acquedotti: domande amare
Quanti concittadini, però, hanno pagato quanto erroneamente preteso dal Comune?
A quanti cittadini e perché l’Amministrazione guidata allora dal sindaco Girolamo Fazio reclamava questi “abbonamenti” che oggi si scoprono errati?
Di cosa si curavano i consiglieri comunali – organo soprattutto di controllo dell’Amministrazione – se non hanno scoperto e combattuto le eccessive pretese dell’Ufficio acquedotto?