Visitare la Vallonia in Belgio: Istruzioni per l’uso
Sono le sedici. Il display del bus che mi sta portando all’aeroporto di Birgi indica che fuori la temperatura è di 39 gradi. Da lì a poco, però, cambierà tutto. A Birgi, infatti, mi aspetta il volo per Charleroi da dove partirò, zaino in spalla, per il mio nuovo soggiorno in Vallonia (Belgio meridionale, quello francofono). La temperatura che mi attende è di ben venti gradi in meno!
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Visitare la Vallonia: la partenza
Il viaggio parte male: dopo l’imbarco sul 737 della Ryanair restiamo in sosta. Partiremo con 40 minuti di ritardo. Se non ne recupereremo una parte perderò, a catena, tutte le coincidenze: il bus che dall’aeroporto mi condurrà alla stazione di Charleroi (ho uno “spazio” di appena 28 minuti), il treno che mi porterà alla prima vera tappa del nuovo viaggio, Tournai.
Nulla di male, ho programmato anche questa ipotesi. Ma mi costerebbe giungere in una città che non conosco piuttosto tardi, quasi a mezzanotte. A Tournai, coll’aiuto del segnale GPS che funziona sul mio tablet e della mappa della Vallonia scaricata dall’applicazione che mi ha “regalato” Google Play (CityMaps 2 Go) raggiungerò l’appartamentino che ho scelto sul portale di viaggi Booking.
Grazie ad un’altra applicazione (Via Michelin), ho già individuato il percorso che dovrò fare dalla stazione ferroviaria di place Crombez sino alla Grand Place nei cui pressi sta l’appartamento: sono solo milletrecento metri che Via Michelin mi anticipa percorrerò a piedi in 19 minuti.
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Visitare la Vallonia, prima tappa: Tournai
Tutto bene! In volo l’aereo della compagnia Ryanair recupera parte del ritardo.
Appena atterrato, anche sfruttando il posto in prima fila che mi permette di scendere immediatamente, mi trasformo in un piccolo Bolt e sfrecciando nella stazione aeroportuale giungo appena in tempo a salire sul bus della compagnia di trasporto urbano TEC.
Faccio il biglietto, si paga 6 euro a persona a bordo, facendolo nella macchinetta a terra forse avrei risparmiato qualcosa.
Giunto a Charleroi, dopo appena venti minuti, si tratta ora di percorrere qualche passo appena per entrare in stazione. Qui, alla macchinetta, faccio il biglietto della compagnia ferroviaria SNCB che pago tranquillamente col bancomat. Il biglietto di seconda classe costa 13,30 euro. Unica doglianza: alle ventuno la stazione è quasi deserta, pure i bagni sono già chiusi a chiave. Dovrò … tenermela.
La stazione di Tournai ha un’accattivante illuminazione notturna, rossa e blu. Nessun problema, i pochi minuti di passeggiata come preventivato e finalmente arrivo al mio letto e … al mio bagno!
A Tournai starò due intere giornate.
La colazione? Di nostri classici bar neanche a parlarne. In Belgio ci sono le “brasserie”, le birrerie. Entro in una di queste e quasi mi vergogno a chiedere un cappuccino quando tutti i presenti hanno il proprio bel bicchiere di birra in mano. Devo mettere qualcosa sotto i denti. Trovo una “boulangerie – pâtisserie”. Da loro la vendita di pane, cornetti e dolci avviene in un’unico locale.
Inizio ora una veloce visita alla Grand Place (la piazza principale di Tournai, 69.000 abitanti): carina con le bandiere delle antiche arti e degli antichi mestieri affisse sui palazzi e la fontana a raso che la rinfresca. Ma nulla più. Le auto in sosta tolgono molta “magia” alla piazza.
D’obbligo entrare anche nell’Eglise S. Quentin che rappresenta un punto d’attrazione della piazza. La facciata sembra ricordare quella di un castello piuttosto che una chiesa. Alle spalle un piccolo giardino, loro li chiamano “square” (square Roger Delannay). Ma è il meno bello fra quelli che vedrò in questo viaggio. Anche la salita del Beffroi è una cosa da fare. Dopo essere salito per i 257 gradini della tortuosa scala a chiocciola in pietra arrivo a quota 72 metri e mi godo un bel panorama sulla Grand Place. La torre offre solo questo, in definitiva. Ma il biglietto costa solo 2,10 euro e la salita, per me, è divertente.
Poco dopo visito il Museo del Folklore (2,60 euro il biglietto). Si tratta di un museo piuttosto ampio che si trova in una piccola traversa della Grand Place. L’offerta non è eccezionale. Ma consente di fare un salto nel passato, far riscoprire mestieri ed attività, o attrezzi, sconosciuti.
La delusione arriva, invece, dalla cattedrale di Notre Dame. Vi sono, da anni, lavori in corso, e quindi c’è poco da osservare della struttura gotico-romana. Interessante, invece, il bel rosone sulla facciata esterna da osservare dalla piccola ma ben tenuta place évêque (piazza del vescovo).
La città per quanto carina, pulita, silenziosa, non riesce ad accendere in me alcuna attenzione.
E’ deserta: sembra fuori dai percorsi del turismo di massa, ma anche i residenti latitano. A leggere i commenti ad un giornale online gli abitanti non amano il loro Centro e, piuttosto che pagare a caro prezzo il parcheggio per la propria auto (ma serve?), preferiscono fare un salto in uno dei due centro commerciali, “Les Bastions” in periferia o, quello nuovo e ben più grande, di una vicina frazione (Froyennes).
La seconda giornata la dedico, comunque, ad una bella passeggiata sulle banchine del fiume Escout che attraversa Tournai. Giungo fino all’antico Pont de Trous. Bello a vedersi. Ma non ci si può salire. Quindi una visita al normalissimo mercatino del giovedì di place Crombez. Nulla di particolare: vi si trovano frutta, verdure e qualche indumento economico.
In città ci sono anche alcune interessanti luoghi per il divertimento. Il Parco Avventura (io non l’ho visitato: è in periferia, è caro e per visitarlo ci vuole almeno mezza giornata. Sembra però valere il prezzo del biglietto), il “Laser Game” (ma il numero minimo per giocare è di quattro persone) e il Virtual cab. Sostanzialmente si tratta di giocare per un’ora ad un video gioco a scelta in … realtà virtuale. E’ 25 euro la spesa. Si poteva sfruttare una fascia oraria più economica (dalle 12 alle 15, pagando “solo” 17,50 euro), ma mio figlio … aveva fretta ed abbiamo pagato prezzo intero!
Mi sono recato, poi, in … spiaggia! Si, “Tournai les bains” una spiaggia senza mare che si trova in periferia, non distante dal Pont de Trous e del Parc de la Reine. L’ingresso era gratuito: la sabbia c’era, gli ombrelloni e le amache pure … ma onestamente senza neanche la vista dell’acqua … è un poco triste!
La scoperta di Tournai, e la racconto in chiusura di questa tappa, è stato l’Ufficio del Turismo. Qui, oltre che vedere con appena 2,10 euro un video di 20 minuti sulla storia di Tournai (a scelta in francese, inglese o olandese …) è possibile, e lo consiglio, acquistare un “Sac Aventure” (10 euro) che altro non è che un gioco, una mappa e delle carte, che ti conducono in giro per la città a vedere tante piccole cose che non avevi visto …
Il gioco si conclude, dopo otto tappe, con una sorpresa, al parco del museo. E con esso la nostra visita a Tournai.
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