VOTO: SPARISCE L’ARCOBALENO?
TRAPANI – Scrive Flavia D’Angeli sul sito di “Sinistra Critica” «Per dirla con una battuta, dove non era riuscito Occhetto è riuscito Bertinotti e quindici anni di storia di Rifondazione e della sinistra antagonista sono stati buttati al macero». All’indomani del “clamoroso” insuccesso della Sinistra Arcobaleno che non ottiene alcun seggio non solo al Senato ma neanche alla Camera e si riduce a forza extraparlamentare, ci si trova a dover tentare di “raccogliere i cocci”, comprendere gli errori ed individuare, per chi ne ha interesse, le soluzioni per una “rinascita” della Sinistra. Che in Italia, ma anche in Sicilia, non possa esistere una Sinistra, è infatti un’assurdità.
Ma i numeri parlano chiaro la Sinistra Arcobaleno è bocciata alle Politiche, ma è bocciata anche alle Regionali (in base ai dati di quando scriviamo, ore 2:00 della notte tra il 14 ed il 15 aprile), dove, benché in associazione del movimento di Rita Borsellino (Un’Altra Storia), vale appena il raggiungimento dello sbarramento del 5% (5,1% con 1.810 sezioni su 5.300 sezioni). Un risultato difficile da portare a casa sino al termine dello scrutinio.
E se ci cercano i motivi della sconfitta, bisogna dare ascolto alle parole sempre di Flavia D’Angeli, Leader di Sinistra Critica (che è poi il partito dell’ex-senatore Franco Turigliatto): «Una sconfitta da addebitare al gruppo dirigente dell’Arcobaleno», poiché «a uscire battuto dalle urne è l’intero progetto che ha sorretto il centrosinistra degli ultimi anni. L’idea che Berlusconi si potesse battere con politiche moderate … a essere battuta drasticamente è la linea governista e compatibilista, …».
Flavia D’Angeli, tuttavia, non resta sulla sconfitta è indica, con lucidità, la via per una ripartenza. «Ora non resta che ricostruire» – sostiene – «Il piccolo ma prezioso risultato di Sinistra Critica ci dà la spinta per cimentarci con questo compito considerevole».
La D’Angeli individua nella divisione della Sinistra Radicale uno dei motivi della sconfitta: «Certo, senza la supponenza autoreferenziale del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) si sarebbe potuto rendere visibile una sinistra alternativa superiore all’1% e questo avrebbe consentito di avere più forza e credibilità».
Su questo fronte c’è da aggiungere che se, a suo tempo, Rifondazione Comunista, ed in particolare il suo Leader Fausto Bertinotti, non avesse epurato dal suo Partito le aree più estreme oggi non saremo a parlare di questa sconfitta, si sarebbe ampiamente raggiunto il 4% alla Camera almeno (Marco Ferrando e Franco Grisolia espulsi da Rifondazione poi costituivano il Partito Comunista dei Lavoratori; Franco Turigliatto e Salvatore Cannovò sempre espulsi poi costituivano Sinistra Critica; ancora Fernardo Rossi pure lui espulso – dava vita a Per il Bene Comune; Francesco Ricci dava vita, da una costola del PCL, al Partito di Alternativa Comunista).
A dirlo sono i dati ufficiali della Camera. Dal sito di Repubblica (riepilogo nazionale): Sinistra Arcobaleno ha ottenuto circa 1.109.000 voti, con la percentuale del 3,09%; Partito Comunista dei lavoratori oltre 206.000 voti, con lo 0,57%; Sinistra Critica oltre 166.000 voti, con lo 0,46%; Per il Bene Comune oltre 118.000 voti, con lo 0,33%; Partito Alternativa Comunista circa 2.014 voti (ma non si presentava in tutta Italia). Insomma la somma dell’intera Sinistra anti-capitalista fa il 4,45%. Senza espulsioni, emarginazioni e diaspore sarebbero scattati circa 22 deputati alla Camera. Ma non si è voluto.
La D’Angeli vuole subito chiudere la diaspora comunista è propone di, immediatamente, costruire «un progetto di Costituente anti-capitalista, lontana da nostalgie identitarie e simboliche. Nessun generico appello “all’unità dei comunisti” può risolvere lo stato di devastazione in cui la sinistra è stata portata. C’è bisogno di un impegno molto più profondo e di lungo periodo. Noi siamo pronti ad assumercelo».
Tale progetto non può che essere centrato, sempre secondo Flavia D’Angeli, «sul versante dell’opposizione sociale e dei movimenti. Noi ci dichiariamo disponibili fin d’ora a ricostruire un movimento di opposizione sociale alle politiche liberiste imperniato sulla lotta alla precarietà, alla guerra, alla devastazione ambientale, alle ingerenze vaticane».
Nessun commento, sinora, dai siti di Sinistra Arcobaleno e Partito Comunista dei Lavoratori.
E’ impossibile commentare il dato regionale (ora al 5,1%, ma troppo parziale). In ogni caso è estremamente risicato per poter essere considerato un successo. Bisogna attendere il definitivo.
Dal sito della Prefettura di Trapani si riporta (aggiornamento alle ore 2:16) il dato provvisorio (102 sezioni su 452): 3.020 voti ed una percentuale del 5,52%. Un risultato che non deve fare ingannare. Non erano presenti i partitini Comunisti che, tuttavia, valgono, in provincia di Trapani (dato Camera) rispettivamente 868 voti (0,37%, Partito Comunista dei Lavoratori), 769 voti (0,33% per il Bene Comune); e 1.208 voti (0,51%, Sinistra Critica).
Occorre ancora che i vari Fundarò-Ortisi-Parrinello (Verdi), Morsellino-Marchingiglio (Rifondazione), Sugamele (Uniti), Marino-Villabuona (Un’Altra Storia-Città Futura), continuano a scartare quel che esiste alla loro sinistra? Con quale risultato per le prossime elezioni provinciali e, soprattutto, per la Sinistra e per il Popolo che essa afferma di voler rappresentare e tutelare?